La Havana - L'aids a Cuba? Colpa degli americani. L'ex presidente Fidel Castro ha
attribuito l’ingresso del retrovirus dell’Aids a Cuba alle
visite sull’isola dei cubani residenti negli Stati Uniti.
In un articolo pubblicato oggi sulla stampa locale, Fidel
definisce "strana" la decisione del governo statunitense di "autorizzare un numero sempre maggiore di sieropositivi a
recarsi a Cuba, e allo stesso tempo di proibire che il governo
cubano possa acquistare apparecchiature e farmaci per la lotta
contro l’epidemia". "Non credo - aggiunge subito l’ex "lider
maximo" - che si sia trattato di un’intenzione esplicita degli
americani, però questa è la realtà provocata dall’assurdo e
vergognoso blocco imposto al nostro popolo". "I sintomi iniziali della malattia apparvero in Messico, e
quasi subito dopo negli Usa, per poi estendersi al Canada, e da
lì alla Spagna, il primo Paese europeo dove si diffuse
l’epidemia - scrive Castro, che ricorda esattamente i Paesi che
mandano più turisti sull’isola - I primi portatori del
retrovirus a Cuba furono chiaramente viaggiatori provenienti
dall’estero".
Secondo le autorità cubane, attualmente a Cuba sono stati
segnalati 695 casi di Aids, 203 dei quali bambini, e sette
decessi, tra cui tre donne incinte.
Aids e Influenza A La decisione adottata nell’aprile scorso
dall’Amministrazione Obama di facilitare i viaggi verso Cuba ha
favorito l’estendersi dell’influenza A nell’isola: è quanto
afferma Fidel Castro in un editoriale pubblicato sul quotidiano
governativo "Granma".
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