Il day after di Finmeccanica, dopo la presentazione di conti choch ed una debacle borsistica che ha portato il titolo a perdere il 20%, non è stato positivo. Le azioni sono scese ancora del 3,5%, a poco più di 3,4 euro, con una Borsa positiva. Niente rimbalzi, perché la prospettiva è quella di un ulteriore trimestre difficile e di un esercizio con il segno negativo, anche se non ci saranno più, si spera, perdite straordinarie, ma solo costi di ristrutturazione digeribili. Pulizia è stata fatta, come approvato dal consiglio di amministrazione. Lad Giuseppe Orsi nella sua presentazione è stato cristallino. Ma non portava buone notizie e il mercato ha reagito duramente. Altre aziende del settore hanno subito tracolli quando hanno annunciato ristrutturazioni drastiche e svelato i numeri, pensiamo a Thales, Bae Systems, Eads. Finmeccanica arriva per ultima e in un contesto difficile ne paga il prezzo. Gli obiettivi sono stati delineati, occorre tradurli in fatti. Quanto ai disinvestimenti non ci si può aspettare che qualcuno paghi a peso doro attività che producono perdite. Bisognerà anche sacrificare qualche oggetto pregiato, magari in uno scenario di «scambio» delle figurine con gli altri grandi giocatori e di riposizionamento.
Forse in Italia non ci si è resi conto che una stagione di M&A nel settore aerospazio e difesa è agli inizi. Il calcio davvio lo ha dato United Technologies rilevando per 18,4 miliardi di dollari Goodrich.
Finmeccanica per rimanere in gioco non può che consolidarsi nei settori dove deve raggiungere o mantenere leccellenza. Ed ha bisogno in questo sforzo del pieno supporto del sistema Paese.
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