Fiorello toccasana per gli italiani. Per la Tv. Per la Rai. Per se stesso. Ma, prima di complimentarsi per tutti questi successi, bisogna riconoscere al più grande mattatore dopo Walter Chiari il merito più grande: aver parlato ai ragazzi, ai «pischelli» e alle «pischelle». Aver fatto arrivare loro quei messaggi che i genitori non riescono a recapitare, come quello sulle notti insonni ad aspettarli e aver ricordato loro luso del preservativo, spazzando via in pochi minuti lipocrisia dentro e fuori la televisione pubblica. Nonostante lappello sia poco piaciuto a Famiglia cristiana che lha bollato come «cattivo gusto, coro ridanciano e goliardia retrodatata». Comunque, lunedì sera, tra i 13 milioni 401mila spettatori che hanno regalato a Fiorello la vetta record del 50,24 per cento di share, cerano tantissimi giovani, molti dei quali solitamente snobbano il primo canale Rai. E per di più accanto ai loro genitori o nonni: poche volte si è visto un programma che è riuscito così allegramente a unire le famiglie davanti allo schermo. Motivo per cui Fiore ha centrato lintento che si era preposto: mettere il dito su alcuni drammi quotidiani, ma con leggerezza, facendo sorridere se non ridere di gusto. Come laltra sera quando ha ballato con Bolle o scherzato con Jovanotti. E anche quando ha lasciato il campo a Benigni: nonostante il comico fosse poco in forma, ancora dolorante per la rottura del piede, la sua performance ha toccato il picco di share (addirittura il 61,55 per cento) e anche di ascolti (16 milioni 60mila spettatori) nel momento più delirante, in cui stava facendo linno alla «cacca», cantando dopo trentanni Linno del corpo sciolto e invitando tutti gli italiani a una liberazione collettiva da se stessi e dallex premier. Dunque, nonostante la sua performance apparisse sbiadita nei confronti del ciclone Fiorello e avulsa dal resto dello show, Benigni resta unicona nazionale.
Insomma, alla fine delle quattro puntate, ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, si tramuta nel «più grande spettacolodeglitultimidiecianni»: perché, lasciando fuori dal calcolo Sanremo (che fa storia a sé), lo show è riuscito a catturare più pubblico di qualsiasi altro programma di intrattenimento del decennio, ancor più di Rockpolitik di Celentano e della lettura dantesca da parte di Benigni. E, se ci limitiamo allanno in corso, è riuscito a battere pure la finale del Festival. Risultati cresciuti puntata dopo puntata, partendo da quasi dieci milioni, passando per i 12 della seconda e terza fino ad arrivare ai 13. Numeri che si raggiungono solo con la Formula Uno e con i Mondiali di calcio. E che hanno riportato il sorriso a viale Mazzini: non solo Fiorello ha salvato la stagione autunnale del primo canale; non solo ha ridato fiato a tutta la Rai, lustro al direttore di Raiuno Mauro Mazza e al direttore generale Lorenza Lei, ma ha anche dimostrato che eventi di questa portata danno ancora un senso alla Tv generalista.
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