Fondazione Fiera, il Consiglio prende tempo. E la posizione di Pazzali resta in "stand-by"

Ma la politica fa pressing: commissariamento o dimissioni

Fondazione Fiera, il Consiglio prende tempo. E la posizione di Pazzali resta in "stand-by"
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Resta in stand-by la posizione di Enrico Pazzali, presidente della Fondazione Fiera Milano che si è autosospeso dopo l'indagine sui dossier illegali che lo vede coinvolto, mentre sale il pressing della politica affinché si dimetta. Ieri si è riunito il Consiglio generale della Fondazione presieduto da Davide Corritore, che ha assunto le funzioni di presidente dopo il passo di lato di Pazzali. Durante la sua informativa ha assicurato che, «pur nella complessità della situazione normativa», si adopererà «per una risoluzione della vicenda, la più rapida possibile». Intanto il lavoro della Fondazione va avanti.

Corritore ha evidenziato «il clima di collaborazione e le grandi competenze interne» che «permettono di proseguire negli investimenti messi in campo senza alcuna interruzione», stimabili in oltre 350 milioni di euro dal 2023 al 2028, confermando così «il rispetto dei tempi previsti per i lavori». Tra i membri del Consiglio c'è anche l'avvocato Guido Reggiani, vicino a Fratelli d'Italia, che dopo aver espresso i suoi dubbi «sulla legittimità dell'autosospensione del presidente» non prevista dallo Statuto della Fondazione, ha parlato delle due strade che, secondo lui, andrebbero percorse: commissariamento da parte della Regione dell'amministrazione di Fondazione Fiera Milano o dimissioni volontarie di Pazzali, che aspetta di sapere come finirà il ricorso al Tribunale del Riesame depositato dalla Dda di Milano per chiedere gli arresti domiciliari a suo carico.

Non a caso, anche FdI ha alzato il tiro, anche in vista di un'eventuale nuova nomina del presidente. Il senatore Sandro Sisler ha auspicato «un passo indietro e non di lato» di Pazzali e anche secondo il deputato Riccardo De Corato «una cosa è certa: Pazzali non può più restare e se non si dimette va rimosso».

Più cauti Attilio Fontana e Beppe Sala. Il governatore lombardo ha ribadito che «noi non possiamo prendere alcun tipo di decisione» e anche il sindaco di Milano ha sottolineato che «qualsiasi decisione deve essere presa dal Consiglio».

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