Roma - Ieri sera è ricominciato Report su Raitre con un’inchiesta «immobiliare». Il quartierino di boulevard Princesse Charlotte a Monte Carlo del quale Fini non spiega nulla da tre mesi? No, Milena Gabanelli è troppo politically correct per fare le pulci al presidente della Camera. E poi non farebbe pendant con la linea editoriale ferocemente antiberlusconiana della Raitre di Paolo Ruffini.
E così ieri sera, tanto per cambiare,s’è parlato del presidente del Consiglio e di una sua proprietà ad Antigua nei Caraibi. Il Cavaliere nel 2007 ha acquistato 4 acri di terreno (circa 16mila metri quadrati) per la costruzione di una villa, progetto affidato all’architetto Gamondi che ha già curato lo styling di Villa Certosa. Un investimento che ha comportato una spesa complessiva di 22 milioni di euro. La società venditrice era la Flat Point Development Limited di Antigua, a sua volta controllata da due società (Emerald Cove Engineering e Kappomar) con sede a Curaçao nelle Antille Olandesi, noto paradiso fiscale. Per il pagamento, inoltre, è stata utilizzata la filiale milanese della luganese Banca Arner presso la quale il premier ha un conto così come ce l’ha presso Intesa e presso la filodiessina Mps.
L’intento è chiaro: instillare il sospetto che Berlusconi abbia utilizzato società off-shore per acquisire un terreno, magari esportando illegalmente valuta, considerato che Arner è stata messa sotto osservazione da Bankitalia nel 2008 e che un suo dipendente è fiduciario di una delle controllanti di Flat Point. La tesi di Report è molto semplice: Berlusconi è cattivo e Fini è buono e le off-shore sono belle o brutte a seconda di chi vi si rivolga indipendentemente dal fatto che acquisti oppure venda. L’ha detto pure la Gabanelli ieri al Corriere (che insieme a Repubblica ha anticipato i contenuti della puntata): «I 22 milioni di euro portati dal nostro premier ad Antigua corrispondono al reale valore di mercato di ciò che ha acquistato? E a chi li ha versati e chi è il proprietario?».
Arner e Berlusconi erano stati già presi di mira da Report nello scorso novembre e come ha detto il sottosegretario Bonaiuti «è stato già tutto chiarito». Ecco perché il legale del premier Niccolò Ghedini ha immediatamente replicato. «Gli articoli, che trarrebbero origine da Report , sono fuorvianti e diffamatori poiché si basano su assunti dimostratisi insussistenti», ha dichiarato aggiungendo che «Berlusconi ha regolarmente acquistato un terreno in Antigua pagandolo con regolare bonifico e indicandolo nella denuncia dei redditi» e che tutti i lavori «sono stati pagati con altrettanto regolari bonifici da banca italiana a banca italiana». Tutta la documentazione, a differenza di quanto accade per il quartierino monegasco, «è a disposizione per qualsiasi controllo» perché «l’immobile è regolarmente intestato al presidente Berlusconi e non già a fantomatiche società off-shore e non vi è nessuna indagine né in merito ai trasferimenti di denaro e né in merito all’immobile».
Ghedini ha perciò concluso che «sarebbe grave se la Rai mandasse in onda un programma con notizie insussistenti e diffamatorie e senza alcun contraddittorio ». Apriti cielo! I professionisti dell’indignazione a senso unico si sono mobilitati. A partire dai pasdaran finiani. «Siamo certi che Il Giornale , Libero e soprattutto il Tg1 con la capacità critica di sempre, figlia della loro libertà di stampa, approfondiranno con particolare attenzione la questione relativa alla cucina», ha commentato Carmelo Briguglio riferendosi al particolare rivelato dal Corriere sulla scelta di un arredamento Boffi.
«Una intimidazione arrogante e vergognosa e insieme un altro attacco alla libertà di informazione », s’è allarmato il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini, mentre Antonio Di Pietro con toni aulici ha rilevato che «la censura sta diventando lo sport preferito di maggioranza e governo». Essendo il direttore generale Rai, Mauro Masi, «azzoppato » dal caso-Santoro, avrebbe dovuto considerarsi pura fantasia ogni ipotesi di cancellazione di Report .
Tant’è vero che Gabanelli ha replicato a muso duro. «Invito l’avvocato Ghedini a guardare la puntata e poi a fare le sue considerazioni », ha dichiarato, aggiungendo che comunque verrà data lettura del comunicato.
Una prosopopea alimentata dall’impunità che ormai si garantisce a chiunque tenti di sfregiare (e non solo metaforicamente) in pubblico l’immagine del premier. Persino il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto ha dovuto precisare che «c’è l’esigenza di un contraddittorio». Speranza vana: per Report Fini è innocente. A prescindere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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