Ma, insomma, dove sono andati a finire tutti quei telespettatori che Raiuno e Canale 5 hanno perso per strada in queste prime settimane autunnali? Certo, da tempo si sa che molti se ne vanno a spasso per le nuove reti tematiche digitali, Sky e La7 oppure seguono la Tv via Internet. Però, dall’inizio di questa stagione televisiva il fenomeno, da anni in atto, si sta ingigantendo, sta crescendo a vista d’occhio travolgendo le reti tradizionaliste a favore di quelle più innovative, più vicine ai giovani. E in maniera esponenziale rispetto a quanto previsto anche dai più accorti osservatori. Certo, a favorire il passaggio ci hanno pensato scelte poco azzeccate fatte dalle reti ammiraglie: alcuni flop clamorosi come quelli di Me lo dicono tutti su Raiuno, Star Academy su Raidue e Baila! su Canale 5 non solo hanno invogliato la gente a cambiare canale, ma sono anche assurti a simbolo di un modo vecchio di pensare la Tv: ideati per un pubblico (anziano e/o passivo) che pian piano si sta assottigliando. E, così, se molti hanno lanciato l’allarme sui dati negativi dei canali tradizionali, ancor più interessante è notare come questi spettatori persi si siano distribuiti sui competitor.
Vediamo: tutte insieme le reti generaliste Rai e Mediaset hanno perso due milioni 371mila spettatori pari a ben il 7,7 per cento di share, scendendo così sotto la soglia dei due terzi della platea televisiva che fino a pochi anni fa sembrava la linea rossa: dal 74,8 per cento al 67,1. Il confronto da noi preso in esame è sul prime time (la fascia oraria più importante) nel primo mese e mezzo di stagione televisiva: 4 settembre-11 ottobre 2011 rispetto a 5 settembre-12 ottobre 2010. Nello specifico Raiuno cala di 4,1 punti percentuali (-1.139.000 spettatori), Canale 5 di 2,8 (-822.000). Raidue perde l’1,1 per cento e Italia Uno solo lo 0,2; mentre Raitre e Rete4 resistono e incrementano leggermente.
A fronte di queste perdite, segnano un segno più le reti specializzate digitali (per intenderci da Rai Storia a Rai Sport a Boing, Iris, Premium Cinema) permettendo alla Tv di Stato (più 1,5) e soprattutto a Mediaset (più 2,4) di recuperare una parte della platea evaporata. Ma la restante e abbondante fetta se ne va su La7 (più 1,1 per cento), su Sky (più 1,4) e sulle tv locali (più 1,4). Insomma ben un milione 776 mila spettatori in più hanno scelto in queste prime settimane autunnali di digitare i canali con i numeri alti o di cambiare direttamente telecomando passando a quello di Sky. Per avere un’idea: la media di persone che ogni sera si sintonizzano sul satellite è pari in questi giorni a un milione 450mila, quasi un milione scelgono i canali specializzati Rai e un milione 370mila quelli Mediaset.
La differenza tra gli spettatori persi da una parte e acquisti dall’altra (596mila) è da imputare al fatto che tanta gente ha preferito stare in giro la sera in quest’autunno caldo invece di chiudersi in casa a guardare lo schermo. O magari ha preferito vedersi i programmi e, molto più facilmente, spezzoni degli stessi, sul computer, sui siti web delle emittenti, su Youtube, sui tablet e sugli smartphone, il nuovo sistema di fruizione che sta rivoluzionando il modo di usare la Tv soprattutto tra i giovani.
Dati, questi, che certamente stanno facendo riflettere i dirigenti dei due poli tradizionali. Anche perché un altro fattore è da tenere in considerazione: il trasloco riguarda in maniera più o meno omogenea tutte le fasce d’età, di estrazione economica, geografica e culturale. Insomma non si può più fare la divisione netta (anche se prevalente): i vecchi e poco colti restano su Raiuno e Canale 5 e i giovani, più colti e del Nord se vanno da altre parti.
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