Le notizie non muoiono sulla carta, né nell'etere, né in Rete. Sopravvivono altrove. Dove, non si sa. Proviamo a immaginarlo.
La notizia. Il Liceo di Aristotele, tra le prime scuole di insegnamento superiore della storia umana, fondato nel IV secolo a.C. e distrutto nell'86 a.C. dai Romani, è risorto dopo oltre venti secoli dalle sue ceneri nel centro di Atene.
Il Liceo aprirà le porte al pubblico solo nel 2011, ma, spiegano all'Ansa fonti del ministero della Cultura greco, gli scavi archeologici sono terminati e il sito è già parzialmente visitabile su appuntamento. Prima di diventare un grande «parco archeologico», unificato con il Museo Bizantino e aperto ai visitatori, spiegano le fonti, sarà ancora necessario ricostruire le mura dell'antica scuola e ricoprire il sito con sovrastrutture protettive. Il progetto costerà complessivamente 4,5 milioni di euro.
Aristotele, che aveva frequentato la più antica Accademia Platonica, fondò il Liceo nel 336 a.C. dove sorgeva già il ginnasio dedicato ad Apollo Licio, da cui il nome, al suo ritorno ad Atene dopo essere stato il tutore di Alessandro Magno. Egli, secondo la tradizione, usava insegnare passeggiando all'aperto insieme ai discepoli, da cui l'aggettivo «peripatetica» dato alla sua scuola che teneva corsi regolari giornalieri.
Alla morte del filosofo, nel 322 a.C., gli successe il suo allievo Teofrasto. Nell'86 a.C. le legioni di Lucio Cornelio Silla occuparono Atene e rasero al suolo la grande scuola i cui resti furono rinvenuti solo nel 1996 durante i lavori per il nuovo Museo dell'Arte Moderna. (fonte: Ansa, 9 luglio 2009)
Fuori dalla notizia. «Non ne possiamo più. Logica, metafisica, fisica, etica, politica. Noi credevamo di fare una gita in scioltezza. Invece questi qui ci riempiono la testa di concetti astrusi. Ci faremo sentire con l'agenzia di viaggio. Altro che filosofia, noi siamo turisti».
Così si sono espressi alcuni vacanzieri italiani che, durante un tour in Grecia che comprendeva una visita al Liceo di Aristotele, recuperato dagli archeologi e rimesso a nuovo l'anno scorso, sono stati sottoposti a lunghe e, a sentir loro, noiosissime lezioni da parte delle guide locali.
«Ma allora - si è difeso Nikos Papagheorghiu, il responsabile del museo - se non gliene frega niente di Aristotele, che cosa sono venuti a fare qui? La prossima volta che vadano a Rimini!».
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