di Mitja Viola
New York - Un Gallinari così non si era ancora visto. Almeno non dal vivo e non al Madison Square Garden di New York. Il milanese dei Knicks infatti, martedì sera ha letteralmente preso per mano la sua squadra (109-104) e a cospetto di una carta d’identità che sottolinea i ventidue anni da compiere il 18 agosto, ha messo a sedere una delle favorite al titolo finale, i Denver Nuggets. E fin qui tutto bene, non fosse che nel mezzo del terzo quarto, grazie ad un filotto di ben 17 punti consecutivi, l’italiano ha innescato un autentico duello a suon di canestri con Carmelo Anthony, una delle stelle assolute del panaroma Nba che da realizzatore e talento indiscusso qual è, ha accettato la sfida infuocando il parquet più famoso al mondo.
«Mi sono lasciato andare, non me l’aspettavo nemmeno io - attacca il “Gallo” attorniato da una ventina di giornalisti in cerca di risposte dopo il suo nuovo career high di 28 punti -, ma quando segni un canestro dopo l’altro assieme ad uno dei giocatori più forti della lega, queste sono cose che capitano. Orgoglioso? Sono contento di aver vinto, poi ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per cercare di aiutare la mia squadra a centrare la vittoria finale. È vero, nel terzo quarto c’è stato un momento in cui io e Carmelo Anthony ci siamo alternati in fase realizzativa azione dopo azione e ammetto che duellare con lui è stato fantastico. Non voglio dire di aver coronato un sogno ma ho solamente fatto quello che ogni altro giocatore avrebbe eseguito in quel momento. Le frasi tra un canestro e l’altro? Meglio non tradurle, non sarebbero proprio tanto piacevoli da ascoltare ma penso che parlare mentre si gioca a pallacanestro a certi livelli, sia una cosa del tutto naturale».
E sulla stessa lunghezza d’onda anche l’altro grande protagonista della serata, Carmelo Anthony. Lui, che in molti amano descrivere come uno dei possibili free agent in grado di rinforzare New York nel giro di due estati, non può che lasciarsi andare con un commento più che positivo nei confronti dell’azzurro. «Alla fine della partita sono andato a fargli i complimenti - si lascia andare Carmelo Anthony - perché non so lui, ma io mi sono divertito in questa personale battaglia a suon di canestri. Stimo Gallinari sia come giocatore che come persona da diverso tempo e non solo da stasera. Ammetto, non mi aspettavo di fare i conti con il suo temperamento, soprattutto se penso che si tratta di un ragazzo più giovane del sottoscritto, ma a conti fatti ha giocato in maniera divina.
I mezzi insulti tra un canestro e l’altro? Un semplice beccarsi ma assolutamente nulla di personale. Tanto di cappello per quello che è riuscito a dimostrare. Penso che New York abbia finalmente la sua prima stella».E come dargli torto?
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