Gemina: disgelo tra Romiti e Marchi

Scivolone in Borsa (-8,5%) per la holding che controlla Adr: gli operatori convinti che si farà la pace

da Milano

Pier Giorgio Romiti ed Enrico Marchi cominciano a rompere il ghiaccio dopo le tensioni delle settimane scorse, seguite all’ingresso di Save in Gemina con il 10% (un altro 2% è in mano alla Finint che fa capo alla famiglia Marchi), mentre il titolo di quest’ultima ieri ha perso l’8,5% a Piazza Affari dopo che gli operatori hanno intravisto la possibilità che tra i due gruppi si arrivi alla pace, abbandonando il titolo all’inevitabile scivolone.
Per il momento, stando al comunicato ufficiale emesso ieri in serata, i due manager hanno affrontato, peraltro in un lungo ma disteso incontro, le motivazioni che hanno spinto Save a entrare in Gemina e le possibili valenze industriali di un accordo tra i due gruppi che controllano quattro aeroporti: Gemina i due di Roma attraverso Adr, Save quelli di Venezia e Treviso. In un “faccia a faccia” che doveva servire a mettere le premesse per un possibile accordo, Romiti e Marchi non sarebbero tuttavia entrati negli aspetti concreti delle possibili sinergie: un piano per l’integrazione industriale sarà presentato da Save in un documento che verrà poi esaminato in successivi incontri.
Il vertice di ieri avrebbe totalmente sorvolato sugli aspetti finanziari: una soluzione su quote, governance o una eventuale fusione tra le due società (ma Gemina nega che sia mai stata ipotizzata) sarà cercata solo se prima sarà stato raggiunto un accordo industriale.
Certamente, però, Save vuole arrivare a contare nella gestione della creazione di un polo aeroportuale internazionale che potrebbe risultare dall’accordo. In questo senso la quota in Gemina è strategica (anche se Marchi ancora recentemente ha ribadito in un’intervista di non puntare a un’Opa sulla finanziaria dei Romiti) e gli incontri Romiti-Marchi dovrebbero portare in ultima analisi al riconoscimento del ruolo dei veneziani. E sempre sui temi finanziari non va dimenticato Claudio Sposito che, con Clessidra, per ora sta alla finestra in attesa di un chiarimento della situazione. «E prima ci si arriva, meglio è» ha commentato ieri un osservatore. Sempre che ci si arrivi, ma anche ai Romiti non sembra sfuggire l’importanza di un coordinamento tra il secondo e il terzo aeroporto italiano, che insieme potrebbero costruire una forza d’urto non indifferente. In grado anche di tener testa a Malpensa, che per il momento deve accontentarsi di avere solo due piste. Save, tra l’altro, dispone di risorse che potrebbero venire utili per lo sviluppo degli aeroporti, anche se non va dimenticato che pure Sposito potrebbe mettere sul piatto una liquidità non indifferente (ma non ha gli aeroporti).


Insomma, per ora si comincerà a parlare del cosa fare, della gestione in comune, del possibile polo dei voli turistici, degli americani e dei giapponesi che si vogliono far arrivare a frotte. Poi si affronterà il «come», cioè di chi comanderà: e sarà forse l’ora della verità.

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