Capitano Gastaldello, come si vive questa promozione dopo un anno di inferno?
«Stupendamente, non sto pensando più a niente. Avevo promesso che avrei dato anima e corpo per tornare in A, ci sono riuscito. Questo è per il momento quello che conta».
Quando avete avuto la sensazione di potercela fare?
«Nel momento in cui siamo entrati nei play off. Lì abbiamo capito tutti che avremmo potuto riuscire nel grande salto. Ma cè voluta una forza di gruppo».
Lei, Gastaldello, era uno dei «rimasti» di un periodo oscuro: come si è sentito in questa stagione?
«Come uno che doveva riscattarsi. E per fortuna, ma non solo per merito mio, ci siamo riusciti».
Quanto è servita la spinta di Iachini?
«Certamente tanto. Un allenatore dà la sua impronta alla squadra, Iachini lha data».
Ma secondo lei quanto vale un allenatore nel «fattore-calcio»?
«Per me moltissimo, almeno il 70%, è lui a dare limpronta, è lui che fa una squadra, diciamo a sua immagine...».
Dunque lei riconfemerebbe Iachini anche in serie A?
«Questo non lo chieda a me: è la società che deve decidere. Personalmente penso che questa promozione sia merito di tutti, allenatore compreso».
La massima serie, lei lo sa, è molto diversa dalla serie B. Lei confermerebbe tutti i suoi amici, o pensa che dovrà essere rivista questa formazione?
«Anche qui, non mi chieda queste cose. Io personalmente ho visto questi miei compagni, soprattutto i più giovani, crescere. Per cui sarebbe bello proseguissero nella loro maturazione. Ma come sarà la squadra il prossimo anno non so davvero, né aspetta a me decidere. Certo: umanamente promuoverei tutti quanti».
Lei, Gastaldello, è uomo di mercato e sul mercato. Pensa di rimanere alla Samp o di andarsene?
«Non lo so proprio. Il mondo del calcio è imprevedibile, può accadere di tutto.
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