(...) il nome di Rosario Monteleone seguono applausi di deputati di Scelta Civica per l'Italia». Poi, sempre la Boldrini ha scandito: «Hanno ottenuto voti: Rodotà 210, Napolitano 20, Monteleone 15, Bonino 9, Zin 4, Cancellieri 3, D'Alema 2, Marini 2...». E, anche stavolta, il nome di Rosario è stato l'unico accompagnato da un'ovazione, che nel linguaggio ovattato e ufficiale degli atti ufficiali dei bollettini parlamentari è diventato: «Monteleone 15, applausi di deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia». Full Monty.
Monteleone, lei è diventato un personaggio: come ci si sente nei panni della una star delle elezioni presidenziali?
«È stata una bellissima esperienza, ma soprattutto una grande sorpresa, nata in Transatlantico, grazie a un'idea del mio segretario Lorenzo Cesa, che non smetterò mai di ringraziare. Un gran bel regalo, tantopiù che era il mio compleanno».
Si è vociferato sul fatto che l'idea sarebbe nata dopo un vergognoso sfottò di un deputato sulla sua stazza fisica...
«No, fortunatamente non è andata così. Certo, non passo inosservato, ma non sono state offese di nessun tipo. Cesa, a un certo punto, mi ha detto: Rosario, in questa quinta votazione, abbiamo deciso di votare per un nostro presidente. A quel punto, gli ho chiesto chi fosse. E lui mi ha risposto che ero io».
Lei ha chiuso a quindici voti. Chi pensa che glieli abbia dati?
«Dieci-dodici erano dei parlamentari Udc, poi se ne sono aggiunti altri, immagino magari che possano essere miei colleghi che hanno imparato a conoscermi nelle conferenze dei presidenti delle assemblee legislative. E in tantissimi sono venuti a sgridarmi perchè non gliel'avevo detto prima, per dirmi che mi avrebbero votato».
Non credo che fra questi possa esserci anche il senatore genovese di Scelta Civica per Monti Maurizio Rossi, che ha polemizzato aspramente con lei nei mesi scorsi.
«Non penso proprio di avere avuto il suo voto».
Sa che giornali e tivù hanno messo il suo nome nel conta-voti, insieme a Napolitano e Rodotà, anche nell'elezione decisiva?
«Troppa grazia».
Come ha passato i suoi giorni da star?
«Vede, sono stato molte ore in aula, seduto al tavolo del comitato dei nove, destinato ai senatori a vita, Mario Monti ed Emilio Colombo, visto che Giulio Andreotti e Carlo Azeglio Ciampi erano assenti per motivi di salute. E Monti mi è stato spesso vicino. Per scelta, sono stato in aula anche nelle ore in cui si svuotava per la chiama o per gli scrutini».
Dica la verità: non era mai stato a Montecitorio e magari non ci tornerà più.
«Mai dire mai. Però, è vero, nell'aula della Camera ero stato solo per riunioni informali, ma mai da deputato o grande elettore. Ne ho approfittato per parlare con molti colleghi e ho fatto amicizia anche con deputati del Movimento Cinque Stelle».
Fuori i nomi!
«Vuole farli espellere, poverini?».
E Casini, che nella scorsa legislatura non si fidò di lei e optò per l'elezione in Liguria precludendole l'ingresso alla Camera?
«È stato molto gentile anche lui, è venuto a festeggiarmi il giorno del compleanno. E, soprattutto, ho sentito il trattamento dell'Udc come un riconoscimento nei miei confronti anche da parte del partito. Insomma, è stato bello pure politicamente, oltre che umanamente».
Cosa l'ha colpita in quell'aula che non conosceva?
«In negativo, mi ha messo tristezza vedere così tanta gente che dovrebbe guidare il Paese ed era dipendente da Facebook e da Twitter. Mi è parso surreale».
Anche Berlusconi ha apprezzato i voti per «Full Monty». È vero o è una leggenda metropolitana?
«È vero, è una persona straordinaria e simpaticissima. Mi ha portato da lui il mio collega presidente del Consiglio regionale dell'Abruzzo Nazario Pagano che mi ha preso sottobraccio dicendomi: Vieni che ti presento Berlusconi. Pensavo scherzasse, e invece...».
Invece?
«Berlusconi mi ha preso, dicendomi: Complimenti, complimenti, grande risultato il suo. Venga che l'abbraccio tutto».
E lei?
«Mi ha fatto enorme piacere.
Lo sventurato rispose?
«Mi ha detto che ne terrà conto. E poi ancora: Complimenti, complimenti.... Un grande, davvero simpatico».
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