2 CONTROCORRENTE
Quei tifosi colpevoli
solo di tanto amore
Come faccio da anni anche ieri mi sono recato ad assistere allincontro di calcio che vedeva il mio Genoa contro il Siena. Purtroppo con il passare dei minuti lincontro ha preso una linea negativa, tanto da vivere ancora una volta in questo campionato, una prestazione della squadra non rispondente alle attese. Rimango sempre dellavviso e come tanti e tanti tifosi che amano il Genoa che è bello vederlo combattere, lottare e se anche non arriva la vittoria si ha modo di dire che siamo caduti combattendo, quindi nessun rimprovero ai componenti la squadra, ma solo elogi perché è sempre stata sostenuta. Ci sono naturalmente momenti in cui anche le persone possono avere delle reazioni che possono portare allesasperazione, così come è successo quando un numero di tifosi ha reagito alla prestazione della squadra con il lancio di petardi, chiedendo che i calciatori si togliessero la maglia rossoblù. Lesasperazione aveva raggiunto il massimo. Lo hanno fatto con rabbia è vero. Tutte le persone che coprono degli incarichi federali e no, hanno condannato senza mezzi termini tale richiesta, senza che alle persone che hanno dato luogo a questo fossero riconosciute le attenuanti che sono tante come quella in primis che i colori rossoblù si amano, senza via di mezzo. Ci sono tanti motivi perché a priori non si condanni coloro che hanno manifestato, perché, ripeto se lo hanno fatto è perché amano il Genoa e non perché gli vogliono male. Certo non hanno pensato alle conseguenze. E purtroppo questa è unaggravante in questo processo che si aprirà nei loro confronti con la speranza che chi farà il giudice riconosca i sentimenti di fede verso i colori del Genoa.
2 SOTTO ACCUSA
Ecco chi sono
i veri responsabili
È vero che al peggio non c'è mai fine. Però peggio di quanto è successo a Genova domenica pomeriggio è difficile da ipotizzare. In tutti sensi, dal successo della prevaricazione di pochi, alla resa incondizionata di quasi tutti i giocatori, alla vergognosa messinscena delle maglie tolte, rindossate e poi abbandonate sul prato a fine partita, allo spettacolo indecente offerto a centinaia di piccoli tifosi accorsi allo stadio solo per far festa e costretti scappare in lacrime. Le colpe. Sul banco degli imputati, assolutamente al primo posto, andrebbero messi coloro che ipocritamente condannano episodi di questo tipo, ma non fanno nulla di concreto, i massimi dirigenti del Coni e della Figc. Poi parliamo di chi basa tutto sulla legge della prepotenza. «Lo facciamo per il bene della squadra». Già, condizionandone ogni gara, minacciando personalmente giocatori e familiari, vietando al pubblico civile anche solo di dissentire dalle loro idee. E questo sarebbe l'amore per la maglia?
E poi ci sono i media. Sentire su Sky una versione dei fatti volta più a scusare gli autori delle violenze che a condannare le loro posizioni, lascia molto perplessi. Il Genoa? Beh, qualcosa ci sarebbe da dire anche alla dirigenza rossoblù. Prima di azzardare accuse però come non da ora, ma già da qualche anno si sentono circolare sulla gestione del Presidente, occorrerebbe chiedersi se con qualsiasi altro alla guida, dopo la contestata retrocessione in C si sarebbero potuti trascorrere tanti pomeriggi di gioia, veder giocare campioni di fama mondiale, partecipare ad un'Uefa. Quindi un invito: lottiamo tutti uniti perché le cose cambino, perché i violenti rimangano fuori dagli stadi, perché la più antica società calcistica d'Italia possa tornare veramente grande.
Giuseppe Sanguineti
2 LAPPELLO
Più severi nei confronti
di Mister Iachini
Caro Lussana, leggendo il tuo articolo su il Giornale cronaca di Genova, pag. 5, ho notato quanta acredine hai per Malesani io invece lo «amo», perché sono sampdoriano però mi piacerebbe che tu usassi la stessa severità di giudizio anche nei confronti del dirimpettaio Mr. Iachini, che non «amo» per niente, anzi, ti dirò, se alla fine del campionato se ne andasse farebbe un grosso regalo a ¾ dei Sampdoriani, mentre laltro quarto che sta con lui di calcio capisce ben poco, e qui ci metto anche i soliti opinionisti che si alternano su Primocanale e Telenord - tranne Pellegrini, Sessarego e Gambaro! Dico questo perché dopo aver visto in Tv quasi tutte le partite della Sampdoria, riesco a sorbirmi la conferenza stampa di questo allenatore, e mi chiedo perché prendere in giro quanti - come ad esempio il sottoscritto che ha giocato a calcio, ha fatto larbitro, è entrato a far parte del Corpo Guardialinee Nazionale ed infine è stato direttore sportivo a livello dilettantistico non mi sembra corretto, oppure mi sono sempre illuso di capire come si deve interpretare il gioco del calcio.
Quindi, caro Lussana, se desideri che io continui a leggere la tua pagina sportiva, sii equamente e ferocemente critico con questa persona, perché (e qui faccio le corna!) sarà molto difficile che riesca a portarci in «A», dato che quei ragazzi, allenati da lui e dai suoi preparatori, entrano in campo con la presunzione di poter vincere per il solo fatto di essere della Sampdoria, e così passeggiano sul campo, anziché correre come sino ad oggi ho visto fare alle squadre avversarie. Secondo me Iachini, prima di presentarsi alla conferenza stampa, dovrebbe avere il buon senso di rivedere con calma la partita, così eviterebbe di dire tutte quelle cose che sanno tanto di presa in giro!
Con affetto.
Sergio Donà
2 FIGURACCIA
A perdere è stato
soprattutto Preziosi
Egregio Dottor Lussana, il grande perdente della giornata è stato senza ombra di dubbio Enrico Preziosi. Quando l'ho visto scendere in campo, ho pensato che andasse a prendere in mano le redini della situazione. E invece cosa succede? Prima lascia che sia Sculli a gestire la situazione e poi da' ordine ad un atapiratissimo Marco Rossi di raccogliere le maglie e portarle, come scalpi di visi pallidi, al prepotente sopra le griglie. Il calcio trasuda di retorica (tutto quanto detto e fatto per Morosini sono lì a testimoniarlo), ma francamente quello di sfilarsi le maglie e consegnarle ad un arrogante che le esige, l'ho trovato inconcepibile ed insultante. Non c'entra la retorica. È il minimo sindacale di dignità. Lo stesso Preziosi si è accorto di aver sbagliato e nella conferenza stampa del dopo partita si è lanciato in una filippica senza senso, urlando ai quattro venti che la sua decisione era stata praticamente obbligata per salvare vite umane. Io francamente tutti questi fedayn che hanno preteso le maglie puntandogli una pistola alla nuca non li ho visti. Ho visto solo quattro scalzacani di tifosi genoani che bastava un idrante per toglierli da là. Non c'era l'idrante? Benissimo. Erano in due sopra il tunnel. DUE! Ci volevano i berretti verdi? Secondo me bastava semplicemente ignorare quei quattro scappati di casa, schierare la squadra e dire all'arbitro: «Noi ci siamo e siamo pronti a giocare. Faccia lei». Dignità. Preziosi è il Presidente del Genoa e della squadra puo' fare quello che vuole. Io sono prima di tutto un Genovese e sono un po' stufo che la mia città venga sempre associata sui media anche internazionali a gesti da mariuolo tipo valigetta (neanche il mitico Oronzo Canà si sarebbe coperto così di ridicolo) o la consegna della maglia (un'infamia senza precedenti nella ultracentenale storia del calcio). Se Preziosi le ritiene espressioni normali di un comportamento normale, per favore se le vada a fare nell'avellinese. Qui le abitudini della casa sono diverse. Signor Preziosi, ma mi faccia il piacere, mi faccia...
Massimo Bianchi
2 PER NON RETROCEDERE
Troppi errori, ci resta
soltanto la speranza
Caro Massimiliano, il Genoa a San Siro contro il Milan non ce la fa ancora dopo tre mesi a secco di vittorie e a un punto dalla retrocessione in B.
Roberta Bartolini
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