Prima i dati. In Liguria ci sono 227 Comuni in infrazione e di questi una ventina hanno già ricevuto una visita della Guardia di Finanza per non aver raggiunto il tetto del 65 per cento della raccolta differenziata dei rifiuti. Un comune, nello specifico Recco, è già stato condannato a pagare un milione e duecentomila euro per lo stesso motivo. Mentre in altre regioni del Nord, ci sono realtà come Verbania particolarmente virtuosi, dove le percentuali della differenziata arrivano al 65 per cento e dove dai rifiuti si ricava bio-diesel. E quindi? La giunta regionale s'impegna a lavorare a «un intervento - si legge nella mozione di Raffaella della Bianca del Gruppo misto-Riformisti italiani approvata ieri all'unanimità dal consiglio regionale - che, anche per via normativa, tenga conto della specificità della situazione ligure, prevedendo una disciplina in deroga a favore dei comuni che pur migliorando costantemente le loro prestazioni in materia di raccolta differenziata, non hanno raggiunto i limiti fissati dalla legge». Approfittando anche del fatto che il ministro dell'ambiente Andrea Orlando è ligure e ben conosce i problemi legati al territorio. «Sono soddisfatta - dice la consigliera - che la maggioranza abbia condiviso la mozione sul trattamento dei rifiuti. Da oggi inizia finalmente un percorso per costruire entro fine anno la nuova legge regionale, che leghi ad un modello organizzativo la raccolta differenziata nel nostro territorio». Anche perché l'investimento iniziale per agevolare i comuni nella differenziata, nel giro di due o tre anni, si trasformerebbe in una risorsa economica. «È un momento costruttivo - aggiunge Della Bianca -, stiamo per adottare il nuovo piano dei rifiuti che non può essere la fotocopia di quello vecchio. Ci sono 227 comuni che non hanno raggiunto gli obiettivi previsti, ed è chiaro che è stato un fallimento. Anche dal punto di vista degli impianti siamo molto indietro, bisogna stabilire i termini entro i quali verranno ultimati».
Dal 2007 al 2012, anni non ancora prescritti, i comuni liguri risultano inadempienti di fronte alla legge e sanzionabili. Come è accaduto per il Comune di Recco, dove il 27 maggio 2013, dalla Corte dei Conti, sono stati condannati quattro amministratori e un funzionario. «Siamo stati i primi ad essere indagati - spiega il sindaco di Recco, Dario Capurro - e i primi ad essere arrivati a sentenza dopo un esposto di un privato. La condanna erariale è stata di un milione e duecentomila euro fra amministratori e funzionari responsabili e di danno ambientale. La Corte dei conti ha escluso il danno ambientale e ridotto la parte economica».
Ma secondo il primo cittadino il problema è che «in Liguria non esiste un sistema che agevola le comunità a fare la differenziata. L'umido ce lo portiamo in provincia di Alessandria». Poi se la prende con la municipalizzata di Genova con la quale Recco aveva stipulato un contratto dal 2003 al 2010. «Amiu non ha alcun interesse che i Comuni facciano la differenziata - continua Capurro - perché gestisce una delle discariche più grandi in Europa e più rifiuti porta, più guadagna». Ancora numeri: nel 2012 la differenziata è arrivata al 35%, aggiunge Luigi Morgillo (Pdl), con un incremento annuo del 5% per arrivare nel 2015 al 50-60%, ma bisogna fare in modo che i Comuni riescano a fare di più.
«Dopo la Toscana, siamo la regione che produce la maggior quantità di rifiuti pro capite e tra quelle con i costi più alti di smaltimento. Siamo la maglia nera del Nord».
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