Ingroia, l'anti «porcellum» in Liguria ha solo catapultati

Il primo ligure in lista è al quinto posto e i temi della campagna elettorale non toccano la nostra regione se non i generici «no» a Gronda, Terzo Valico e tutto quanto può significare sviluppo per la Liguria. Ecco qui Rivoluzione Civile, il cartello elettorale formato da Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti italiani, Italia dei Valori, Movimento Arancione e Verdi a sostegno della candidatura a premier del magistrato Antonio Ingroia che ieri ha inaugurato la propria campagna elettorale a Genova. Al Senato i primi due nell'elenco sono Aniello Di Nardo e Simonetta Astigiano. Testa di lista per la Camera dei deputati è proprio Ingroia, seguito da Alberto Lucarelli ex assessore comunale di Napoli che traccia il solco del programma della sinistra radicale: «Lavoriamo per la difesa dei principi costituzionali, contro la riforma dell'articolo 18 e contro all'applicazione di qualsiasi politica neoliberista». No a Berlusconi e Monti, ma no anche a Bersani e all'alleanza Pd-Sel «che a parole parla di progetti di sinistra, ma nei fatti ha avallato ogni posizione presa dal governo Monti» ricorda Lucarelli. A fungere da coordinatore di Rivoluzione Civile sarà Loris Viani, cinque i comitati elettorali - uno per ogni provincia - e iniziative sparse che prenderanno il via in questi giorni da Voltri, Pegli e Prà e vedranno passare dalla Liguria Antonio Ingroia l'8 febbraio, mentre Antonio Di Pietro sarà a Genova il 7 e il 14 febbraio.
Assolutamente non rappresentativa del territorio la lista a prova di porcellum con candidati liguri ineleggibili per la percentuale di voti stimata per il movimento: «Ma noi abbiamo programmi di respiro nazionale ed europeo - cerca di correggere il tiro Gabriella Stramaccioni -. Conduciamo una campagna elettorale che non vuole fermarsi ai localismi nonostante ci siano problemi di Genova e della Liguria che ci stanno a cuore». Un particolare riferimento viene fatto alle infiltrazioni mafiose nel cuore del Ponente con lo scioglimento di alcuni comuni dell'imperiese.

L'ultima stoccata spetta ancora al partito Democratico: «I democratici dovrebbero farla finita con la storia del voto utile che cerca solo di danneggiare il nostro percorso rivoluzionario: chi ci voterà darà una mano ad un cambiamento dall'interno del Parlamento, porteremo la rivoluzione in Parlamento».

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