«Lascio la politica, Monti stampella di Bersani»

«Lascio la politica, Monti stampella di Bersani»

«L'ho sempre detto, a volte quando lo dicevo non ci credevo neanche io, ma era giusto così. Dovevo lasciare». Enrico Musso esce di scena, abbandona il campo della politica attiva e non sarà ricandidato in Parlamento. Niente bis a Camera o Senato, ma il ritorno alla cattedra universitaria e, forse, anche all' impegno in qualche campus internazionale. Ma la parabola politica apertasi con la prima candidatura a sindaco del 2007, si chiude qui.
Non mi dica che è rimasto fuori dalla mischia perché nessuno l'ha cercata...
«Mi hanno chiesto disponibilità Fermare il Declino, Fli, Fratelli d'Italia, i Riformisti della Craxi, il movimento di Magdi Allam e pure il Centro Democratico di Tabacci e Donadi»
Nessuna candidatura presa in ipotesi. Perché? Era un elezione a rischio?
«Veramente avevo preso in ipotesi il progetto di Oscar Giannino di Fermare il Declino per la sua battaglia su paletti strettamente liberali. Purtroppo sta andando avanti in un contesto elettorale sabgliato che non gli permetterà di fare sentire la propria voce in Parlamento. Io sto fuori anche perché non intendo più misurarmi con il Porcellum»
Ma con Giannino sono candidati aderenti alla sua fondazione come Marco Beltrami e Luigi Attanasio. Vi siete comunque schierati?
«La Fondazione Oltremare è fuori dal sostegno diretto. Tra di noi ci sono persone vicino al Pdl ed altre all'area di Monti, ma anche chi ha scelto di stare con Giannino. Io impegnato in campagna elettorale? Se Beltrami e Attanasio me lo chiederanno parteciperò a qualche incontro»
Non è che sta fermo oggi e poi la ritroviamo candidato governatore alle regionali tra due anni?
«In questi anni mi sono reso conto che anche se in politica si misurano persone serie e competenti, la cattiva organizzazione manda tutto a quel paese. Se il sistema politico non si dà nuove strutture e nuove regole io non mi impegno più»
Cosa lascia della sua esperienza parlamentare?
«Ho prodotto dei microrisultati su esami di proposte di legge: ho provato a metterci del mio. Ma l'esperienza più significativa è stata nella commissione antimafia»
E delle sue scelte “politiche” in parlamento che hanno tanto fatto discutere?
«Ho sempre cercato di prendere decisioni che fossero nell'interesse dell'elettorato, compreso il famoso strappo con il Pdl: non avevo nessuna convenienza a farlo e si è visto. Sul sostegno al governo Monti ero consapevole di appoggiare scelte indigeste anche per la mia identità politica, ma sapevo cosa stavo facendo»
Molti si sono meravigliati del fatto che sia rimasto fuori dalla realtà politica costruita intorno a Mario Monti.

Come mai non ha aderito?
«C'è una chiara deriva bersaniana della corazzata Monti. Non ci sono sto a fare la stampella della sinistra: ha ragione Berlusconi quando dice che chi vota Monti, vota Bersani! Speravo in un centro alternativo alla sinistra, questa è una ruota di scorta alla sinistra».

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