(...) Cornigliano che hanno quasi del tutto rinunciato a tentare di illuminarsi a festa: troppo alte le spese, sempre meno i negozi in attività mentre quelli che ancora resistono sono restii ad investire visto che devono far quadrare i conti. «Restare in vita in certe realtà di questi tempi è già eroico - spiega Paolo Barbieri, responsabile dei Centri integrati di Via per la Confesercenti -. Proprio quelle delegazioni più buie dimostrano come per riqualificare un piccolo spazio come Fiumara, dove si è realizzato un grande centro commerciale, si sono andati ad indebolire tessuti sociali ed economici importanti». «Siamo in un momento dove la contrazione dei consumi rende questa lavoro sempre più fragile - dice Patrizia De Luise presidente Confesercenti - e capisco che molti abbiano deciso di risparmiare anche su una spesa che può comunque servire da traino per la propria attività».
Se c'è chi ha alzato bandiera bianca, altri hanno scelto di resistere ad ogni costo. Per capirlo basta passeggiare nel centro storico. In via Lomellini, per esempio, dove il Civ ha organizzato luminarie avveniristiche con luci a led che prendono anche via del Campo, piazza Fossatello, via San Luca e Ponte Calvi. Ma anche qui non sono mancati i problemi, perché su circa 160 botteghe, solo una settantina ha scelto di partecipare alla spesa: «Le adesioni sono ogni anno sempre inferiori - racconta il presidente del Civ Roberto Pinto -. Anche perché ci paghiamo sempre tutto, il noleggio delle luminarie e i costi dell'elettricità che prima erano forfettari ed oggi sono diventati a consumo: abbiamo dovuto limitare l'accensione su fasce orarie con limite alle 22 per favorire i ristoranti della zona». Non è un problema se solo il 40 per cento dei negozianti partecipa alle spese, da queste parti si comprende il momento difficile dei colleghi e si cerca comunque di dare il massimo, «peccato che a darci una mano non ci sia l'amministrazione pubblica a cui comunque fa comodo che le strade siano illuminate: potrebbero almeno venirci incontro sui costi dell'elettricità» chiosa Pinto. Lo stesso problema che segnala Franco Ardoino del Consorzio Sestiere Carlo Felice: luci tutte uguali per via XXV Aprile, via Roma, Galleria Mazzini e Salita Santa Caterina, ed un albero in largo Lanfranco: «In altre città si vedono illuminazioni natalizie meravigliose ma esiste l'intervento dei Comuni e ci si può permettere di tutto: qui, invece, ci dobbiamo aiutare da soli. Non ci arrendiamo alla crisi, ma reagiamo anche regalando la migliore atmosfera di Natale possibile ai nostri clienti e alla città».
Ma quanto costa in media ad un esercente illuminare una strada? Le tariffe variano in base alle caratteristiche delle vie e al tipo di luminarie scelte ma la spesa si aggira sui 130- 150 euro per bottega compresa la spesa Enel. «Purtroppo poi esistono altre variabili sul montaggio delle luci- puntualizza Paolo Barbieri - per cui Tursi o società partecipate dal Comune devono intervenire e fanno pagare l'intervento: basterebbe che certe spese non venissero applicate per dare un segnale ai commercianti». Da Tursi, invece, nessun tipo di agevolazione. Lo scorso anno naufragò anche un tavolo tecnico studiato per cercare una soluzione. Via Balbi, per esempio, non è più disposta a pagare gli interventi di Amt per provvedere a montare le illuminazioni senza interferire sulla linea del filobus, così quest'anno si è cambiato: «Ogni esercizio ha montato una stella sopra la propria insegna, ha aderito il 70 per cento dei negozianti» racconta Salvatore Dalli Cardillo.
Insomma, è vero che soldi ce ne sono sempre meno ma a Torino, per esempio, il Comune ha stanziato 9.500 euro per le luci di Natale in ogni Circoscrizione convinti che per incentivare le persone a comprare si debba allontanare lo spettro della crisi e aiutare i commercianti. Un segnale opposto a quello di Genova.
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