Metrò a Brignole, bello solo a metà

(...) un vero inferno per i pendolari che si spostano quotidianamente con il mezzo pubblico. 27 anni non sono bastati per cercare di fare in modo che, all'apertura della tratta, certe scene non si verifichino più.
Treni. Il primo problema sembra essere quello del numero dei treni a disposizione di Amt per il servizio: gli stessi sei che riuscivano a mantenere nelle ore di punta una frequenza del servizio di 6 minuti e che oggi, secondo le indicazioni fornite proprio dall'azienda di trasporto pubblico, dovrebbe essere di 7. Cosa non vera perché non esiste praticamente un orario che sia rispettato e questo sarebbe dovuto al fatto che uno dei sei treni è in manutenzione e ci resterà fino a febbraio. Solo ieri pomeriggio, così, Amt ha comunicato che potrebbero esserci ritardi sul servizio a «causa di esigenze manutentive». Problemi, quelli legati alla puntualità del servizio che, probabilmente, si risolveranno soltanto nel 2014 quando altri convogli ordinati ad Ansaldo dal Comune di Genova verranno consegnati e messi in servizio. Sulla pulizia delle vetture, invece, meglio stendere un velo pietoso visto che la parte igienica è davvero l'ultima preoccupazione dei gestori dell'impianto.
Sistema informativo. L'altra grave pecca di una delle underground più corte al mondo (siamo di poco sopra al chilometro) è il sistema di segnaletica informativa davvero penalizzante. Nelle carrozze una voce automatica dovrebbe ricordare ad ogni fermata del mezzo dove ci si trova e quale sarà la prossima tappa, ma non funziona. E così a Di Negro si potrebbe ascoltare di essere a Brin, o a Principe sentirsi dire che la prossima fermata sarà quella di Sarzano-Sant'Agostino. Sistema insufficiente come quello degli schermi che stazionano sui binari e che dovrebbero indicare a che ora il passeggero sarà servito dalla vettura: nessun orario è indicato, solo una generica scritta «buon viaggio», l'orario ed una mappa stilizzata con le fermate della linea genovese. Per non parlare dei monitor della stazione di De Ferrari che fino all'apertura di Brignole segnalavano su che binario sarebbe partito il primo treno utile in direzione Brin: oggi sono spenti e sostituiti da fogli di carta stampati a computer che indicano sommariamente su quale binario indirizzarsi in base alla direzione.
Per non parlare della stazione di Brignole dove le indicazioni sono confusionarie e non si riesce ad individuare quale sia il binario che porta a Brin e quale, invece, quello «morto». Informazioni approssimative sul raggiungimento del binario giusto anche a Sarzano dove, addirittura, i cartelli indicativi sono scritti con il pennarello.
Viva i portoghesi. Da mesi ci sono continua richieste perché la metropolitana in tutte le sue stazioni sia dotata di tornelli accessibili solo a chi è munito di regolare titolo di viaggio. Un investimento, dicono gli esperti, che sarebbe facilmente recuperato grazie al drastico abbassamento delle persone che ad oggi viaggiano senza ticket. Perché, se almeno nelle vecchie stazioni sono inutili ma ci sono, a Brignole non hanno nemmeno provveduto a sistemarli montando qualche macchinetta obliteratrice e lasciando all'ispezione sporadica dei controllori il compito di scovare i portoghesi.
Scale mobili.

Un capitolo a parte meriterebbero le scale mobili montate in tutti gli scali. Troppo spesso guaste con tempi per la riparazione biblici e costi sostenuti. Uno dei tanti flop di un servizio pubblico ancora inadeguato.

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