Tripoli - Nel giro di poche ore Muammar Gheddafi ha parlato due volte. Sempre con discorsi audio, niente video. Il raìs dal suo bunker prova a mostrare i muscoli: fa sapere che "a tutti i libici sono state distribuite armi" e la Libia è pronta ad affrontare "una lunga guerra". Alza la voce e usa toni minacciosi. Le sue parole ricordano in modo impressionante quelle pronunciate da altri tiranni giunti alla fine della loro parabola: in primis Saddam Hussein, ma anche Slobodan Milosevic. Gheddafi prova a riaccendere l'orgoglio nazionalista, facendo leva sull'odio: contro l'America, l'Europa (e i traditori italiani), i sionisti e i cristiani. Ce l'ha con tutti il Colonnello.
Terrorismo contro di noi Nel suo secondo intervento dopo l'inizio delle ostilità Gheddafi ha assicurato che le forze governative sconfiggeranno i ribelli sul terreno. Poi ha definito "terroristico" l’attacco delle forze straniere, assicurando che la vittoria è "inevitabile". "Non lasceremo la nostra terra e la libereremo", ha scandito. "Tutto il popolo libico è unito", ha assicurato Gheddafi, "alle donne e agli uomini libici sono state date armi e bombe. Non avanzerete, non mettere piede su questa terra".
La guerra sarà lunga "Vi promettiamo una lunga, estenuante guerra senza limiti", ha aggiunto il Colonnello rivolgendosi ai Paesi che hanno attaccato il suo Paese: "Voi non siete pronti per una guerra lunga, noi lo siamo ed è un momento molto felice quello che stiamo vivendo". Anche in questo passaggio il presagio è identico a quello fatto da Saddam quando fu sferrato l'attacco contro l'Irak, sia nel 1991 che nel 2003.
La minaccia Gheddafi non perde l'occasione per tornare a minacciare i leader di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Contro di loro fa un accostamento storico, dicendo che "cadranno come Hitler e Mussolini, tutti i tiranni cadono sotto la pressione delle masse popolari". Evidentemente dimentica di essere, lui prima di tutti, un tiranno, al potere da 42 anni senza alcuna legittimazione popolare. "L’America, la Francia, la Gran Bretagna, i cristiani che si sono alleati contro di noi non si godranno il nostro petrolio", ha promesso il Colonnello, "siete aggressori, siete animali". Poi l’appello al popolo libico: "Non dobbiamo ritirarci dal campo di battaglia perché stiamo difendendo la nostra terra e la nostra dignità".
L'ultimo delirio: rivoluzione mondiale Nel suo delirio logorroico Gheddafi riesce anche a parlare di "opportunità" che la Libia può trarre da questa battaglia. "Trasformeremo tutto questo in un incendio. Combatteremo contro ogni traditore", ha detto il raìs. Quella libica è, secondo il Colonnello, "una rivoluzione che sarà scritta nei libri", aggiungendo "trasformeremo questo conflitto in una rivoluzione mondiale". E poi ha concluso, sempre rivolgendosi ai Paesi occidentali: "Avete stretto un'alleanza con il diavolo e il diavolo sarà sconfitto".
Evoca la battaglia del bene contro il male. Proprio lui che che per anni ha preso in giro il mondo, armato i terroristi e ricattato più di un Paese, nella sua ultima piroetta si maschera da "angelo". O almeno ci prova...
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