L'ultimo sciopero dei trasporti pubblici locali del 2024 è stato l'ennesimo venerdì nero per i pendolari. È andato in onda il 13 dicembre e se la fascia della mattina era andata meglio, con una linea metropolitana chiusa su cinque, dopo le 18 avevano chiuso la M1, M2, M3 e la M5 tra stazione Garibaldi e San Siro, solo la M4 aveva continuato a circolare e in superficie sono scattate attese da incubo per bus, tram e filobus. Lo sciopero nazionale precedente, quello del 29 novembre (sempre un venerdì), era stato ridotto dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a quattro ore, e nel caso di Atm era stato indetto dalle ore 9 alle 13, con l'effetto della M3 chiusa, i mezzi in superficie rallentati e caos sul traffico perchè nel dubbio, chi può, quel giorno viaggia in auto per non arrivare tardi al lavoro. Passati i disagi e l'irritazione, si può dare un'occhiata alla percentuali di adesione. Allo sciopero del 13 dicembre indetto da Usb e Al Cobas ha partecipato il 17,9 per cento del personale Atm, meno di uno su cinque, ma tanto è bastato a mandare in tilt le metropolitane, a quello del 29 novembre solo il 5,9 per cento degli aventi diritto. Sul sito di Atm, dove è possibile consultare le percentuali medie di adesione agli scioperi recenti e le sigle sindacali che li hanno proclamati, si nota che l'adesione maggiore tra quattordici agitazioni dell'anno scorso pubblicate on line, è stata quella del 24 gennaio (proclamata da Usb Lavoro Privato e Al Cobas), con un'astensione pari al 31 per cento del personale. La punta più bassa il 26 aprile (Confail Faisa), solo il 4,3 per cento degli aventi diritto. Sullo sciopero del 13 dicembre c'è stato uno scontro duro tra Salvini e l'Usb: il ministro ha convocato il sindacato al Mit per invitarlo a desistere, la sigla è rimasta fermo sulle proprie posizioni, il ministro ha firmato la riduzione a 4 ore ma il Tar ha accolto il ricorso e sospeso la precettazione.
A Milano, il direttore generale di Atm Arrigo Giana che è anche presidente di Agens - l'associazione che rappresenta le aziende di trasporto - ha più volte sollecitato nel corso degli anni una revisione della normativa sugli scioperi, prevedendo una «soglia di sbarramento». Ad esempio, un referendum preventivo conta-adesioni per le proteste delle sigle minori.
Intanto, il primo sciopero dei mezzi pubblici del 2025 è già fissato: Faisa Confail ha scelto venerdì 10 gennaio, quando potrebbero fermarsi metro, bus e tram Atm (ma è uno sciopero nazionale del settore Tpl).
Stando a quanto riportato sul portale del ministero dei Trasporti, l'agitazione durerà 4 ore anche se l'azienda non ha ancora fatto sapere se la fascia interessata sarà al mattino o alla sera. Un secondo sciopero è in programma per venerdì 31 gennaio, indetto dal sindacato Al-Cobas (e riguarda in questo casi soltanto i lavoratori del gruppo Atm di Milano, Monza e della Brianza).
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