Reggio Calabria - Il sindaco ed il vicesindaco di Gioia Tauro sono finiti in manette nel blitz anti 'ndrangheta scattato all'alba in Calabria per stroncare la cosca Piromalli. I due amministratori in carica al momento dello scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, avvenuto nell’aprile scorso, e sono stati arrestati insieme al sindaco di Rosarno. Si tratta di Giorgio Dal Torrione, Rosario Schiavone e Carlo Martelli. I tre amministratori sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa. Nell’operazione sono stati anche Gioacchino Piromalli e suo nipote omonimo, entrambi considerati ai vertici della cosca.
Il blitz della polizia L’operazione della polizia è in corso dalle prime ore di oggi per l’arresto di esponenti di vertice della cosca Piromalli di Gioia Tauro, una delle più potenti della ’ndrangheta. Gli arresti, secondo quanto si è appreso, sono in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip distrettuale. Nel corso dell’operazione, la polizia sta eseguendo anche numerose perquisizioni.
Gli arrestati Gli amministratori arrestati dalla squadra mobile della Questura di Reggio Calabria sono Carlo Martelli, 68 anni, sindaco di Rosarno; Giorgio Dal Torrione (62) e Rosario Schiavone (32), fino all’aprile scorso rispettivamente sindaco e vicesindaco del Comune di Gioia Tauro, sciolto per "condizionamento mafioso da parte della criminalità organizzata"; Gioacchino Piromalli (64 anni) e il nipote omonimo (39 anni), avvocato. Gli arresti di questa mattina rappresentano anche la prosecuzione dell’operazione Cento anni di storia, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia reggina e dalla polizia che, il 23 luglio di quest’anno, ha portato al fermo di 18 persone e tra queste i vertici della cosca Piromalli, egemone in tutta la Piana di Gioia Tauro. I politici sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, mentre ai due Piromalli viene contestato il reato associativo. L’attività d’indagine, come ha reso noto la polizia, "ha tratto origine dall’ordinaria attività di monitoraggio degli enti pubblici, finalizzata alla verifica dell’operato di alcuni componenti delle amministrazioni comunali ricadenti nella Piana di Gioia Tauro, a carico delle quali erano state documentate significative connessioni con la criminalità organizzata locale e gravissime violazioni dei doveri inerenti le funzioni pubbliche".
Il pm: "Fermato l'ingresso negli enti" L’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che ha portato all’arresto di tre amministratori della Piana di Gioia Tauro, ha "impedito il verificarsi del paradosso" dell’ingresso "ufficiale" di Piromalli nei Comuni di Gioia Tauro e Rosarno. I pm della Dda spiegano della disponibilità data dalle due amministrazioni a permettere all’avvocato Gioacchino Piromalli, di 39 anni, di svolgere attività per i due enti a fronte del pagamento di 10 milioni di euro cui era stato condannato. Nell’ordinanza si evidenzia come le inchieste, sin dai primi anni Novanta, hanno evidenziato il patto federativo tra le principali cosche, i Piromalli-Molè a Gioia Tauro ed i Pesce e Bellocco a Rosarno, che esercitavano il loro potere criminale in entrambe le cittadine. "È proprio in questo contesto - scrivono i pm - che trova terreno fertile il parere favorevole espresso quasi contemporaneamente da entrambi i comuni a favore di Piromalli in spregio di qualunque norma giuridica e morale, nonchè del buon senso".
I pm evidenziano anche che senza l’inchiesta, a Piromalli "sarebbe stato concesso di entrare 'ufficialmente' e con tutte le autorizzazioni del caso all’interno dei municipi, aumentando in tal modo il prestigio della cosca di appartenenza ed agevolandone le possibilità, già ingenti, di controllo e di indirizzo della pubblica amministrazione verso gli interessi della cosca medesima".(nella foto in alto il sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione; nella foto in basso l'ex vicesindaco di Gioia Tauro, Rosario Schiavone)
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