In tempi di «giornalisti embedded» (ossia «incastrati» nell'esercito, che si muovono con le truppe, ovviamente con l'autorizzazione dei comandi militari), un film come «Salvador» rischia di apparire anacronistico. Romanticamente anacronistico o pateticamente anacronistico, fate voi... Ma proprio per questo la pellicola del 1986, diretta da Oliver Stone, vale la pena di essere rivista. E «Il Giornale» ve ne offre l'opportunità allegando - per la serie «Dentro la notizia, il grande cinema sul giornalismo» - il dvd di questi film tra i più vibrante nella storia dei reporter movie.
Si racconta la storia di un giornalista statunitense impegnato nella realizzazione di un reportage sulla guerra civile in El Salvador. Nel corso della sua inchiesta, il giornalista si trova invischiato sia con i guerriglieri di sinistra sia con le forze militari di destra. Gli attori protagonisti sono James Woods, James Belushi, Michael Murphy, John Savage, Elpidia Carrillo, Tony Plana, Cynthia Gibb, Juan Fernandez e José Carlos Ruiz.
La storia del film è stata scritta da Richard Boyle e Oliver Stone, che l'ha diretta. La rappresentazione degli eventi è indubbiamente favorevole alle forze rivoluzionarie ma Stone ne deplora le uccisioni dei prigionieri in una scena cruciale. Egli è fortemente critico nei confronti delle forze militari appoggiate dagli USA e delle alleate squadre della morte, di cui mette in risalto l'assassinio di quattro suore americane, tra cui Jean Donovan. Il ritratto che Oliver Stone fa della Chiesa cattolica come forza impegnata nella giustizia sociale, riflette con precisione gli eventi di quel tempo ed è esemplificata dal sermone dell'arcivescovo Óscar Romero, basato parola per parola sul discorso che Romero fece prima di essere assassinato da una squadra della morte.
La trama. Il giornalista quarantaduenne Richard Boyle è in crisi: reduce della hippy generation, fallito semi alcolizzato e drogato, è stato abbandonato dalla moglie Claudia e non trova più un incarico poiché colleghi ed editori hanno perso fiducia in lui e decide quindi di lasciare la California e di recarsi nel Salvador, portando con sé l'amico Rock, drogato, sconclusionato e fallito come lui. I due partono con i tipici e superficiali pregiudizi dei turisti occidentali che sognano la libertà dalle convenzioni sociali, convinti di trovare un paese povero dove la vita è facile e dove tutto è permesso ma, giunti sul posto, scoprono che le cose non stanno come credevano.
Il Salvador infatti è dilaniato dal conflitto tra le formazioni della guerriglia popolare ed il regime militare di estrema destra, sostenuto dagli Stati Uniti del Presidente Ronald Reagan. Il braccio armato del governo sono la guardia nazionale, che riunisce squadroni della morte che seminano morte e violenza con protervia e cinismo; le vittime di questi squadroni della morte sono migliaia di guerriglieri, civili dei ceti popolari che richiedono riforme sociali e presunti oppositori del governo.
Richard si pone subito contro i soldati e contro i suoi stessi connazionali, che li sostengono e li giustificano, affermando la sua teoria della vera democrazia nel rispetto dell'autonomia e della dignità del popolo salvadoregno, rischiando più volte di essere ucciso insieme all'amico Rock. Sconvolto da ciò che vede ogni giorno egli vuole farlo conoscere al mondo, fotografando le brutalità compiute dai militari e scrivere articoli sui loro misfatti e per farlo si unisce con un altro fotoreporter, John Cassady, ancora più idealista e temerario di lui, e, allo scopo di fargli superare pericoli ed insidie di ogni tipo, Rock è costretto suo malgrado ad aiutarli, il quale vorrebbe tornare in America ma non può.
Richard ritrova Maria, una giovane donna del posto che lui aveva già incontrato, e capisce di amarla sul serio, sia lei che i suoi due bambini, e decide di convertirsi alla religione cattolica per farla felice, sogna di portarla via da quell'inferno e di stabilirsi con lei in America, ma la situazione precipita e la guerra civile si inasprisce; Richard e Maria assistono a tragici avvenimenti e rischiano la loro vita più volte mentre nella cattedrale l'arcivescovo Oscar Romero, che aveva osato proclamare la solidarietà della Chiesa col popolo in lotta contro la prepotenza armata dei militari, è assassinato da un sicario dei dirigenti di destra, ed znche quattro suore vengono stuprate ed uccise barbaramente da militi della guardia nazionale.
L'ambasciatore americano, Thomas Kelly, non può fare nulla per arginare la situazione e pensa di sospendere momentaneamente gli aiuti al regime militare salvadoregno e di conseguenza le forze della guerriglia sembrano momentaneamente prevalere. Richard nel frattempo si reca come inviato insieme a Cassady presso i guerriglieri che resistono nelle colline salvadoregne e, dopo averli intervistati, ne conosce meglio le idee politiche di uguaglianza e libertà, che condivide entusiasticamente, ma, dopo avere assitito ad uno scontro vittorioso dei guerriglieri dove questi fucilano dei soldati fatti prigionieri, si rende conto che la giustizia non risiede completamente in nessuna delle due parti.
Gli Stati Uniti, non accettando che il regime del Salvador crolli, riprendono l'invio degli aiuti e la controffensiva governativa contro i ribelli riprende cruenta; il popolo salvadoregno è costretto a soffrire altro sangue, altre ingiustizie ed altri soprusi che vengono perpetrati senza che nessuno possa intervenire. Un fratello di Maria, Carlos, viene trucidato dalla guardia nazionale mentre John viene ucciso da una raffica di mitra mentre sta per scattare delle foto sensazionali. Richard a quel punto decide di fare ritorno negli Stati Uniti con Maria e i bambini, a cui Rock, che ha deciso di rimanere nel paese, è riuscito a procurare documenti falsi ma la polizia di frontiera americana scopre Maria ed i bambini e li rimanda nel loro paese e Richard, che tenta di opporsi, viene arrestato per resistenza alla forza pubblica.
Le didascalie finali affermano che Richard ha scritto un libro sulla sua vicenda e che egli sta ancora cercando Maria e i suoi bimbi, segnalati per l'ultima volta in un campo profughi in Guatemala negli anni Ottanta.
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