Giornale.it e Iulm vi raccontano il Fuorisalone Viaggio plurisensoriale ai limiti della psichedelia

Il Fuorisalone offre anche un'esperienza plurisensoriale al limite della psichedelia: al Superstudio Più di via Tortona, negli spazi di Canon, Alcantara e Kaneka, i 5 sensi sono prima storditi e poi rinfrancati. Video

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Viaggio plurisensoriale ai limiti della psichedelia

La sigla è LSD, ma le droghe non c'entrano. Luci, suoni e design: sono questi gli ingredienti dell'esperienza plurisensoriale proposta dal Superstudio Più di via Tortona,  che si snoda negli spazi di Canon, Alcantara e Kaneka. Si tratta di una vera e propria cura ricostituente per i sensi, che dopo l'iperstimolazione possono essere appagati e infine coccolati. L'inizio, infatti, è di quelli shock: lo spazio Canon si presenta come un antro buio, ma ben presto si viene travolti da un'inondazione di stimoli visivi e sonori. Nell'oscurità si fanno strada fasci di luce variopinta e cangiante che disegnano i confini della sala, mentre su un maxischermo appaiono centinaia di sfere colorate, che rimbalzando all'impazzata prima si fondono e poi si distruggono senza posa. Anche l'orecchio è disorientato dalla cacofonia di suoni sempre diversi, ora rilassanti ora stordenti, mentre diventa difficile capire dove posare lo sguardo. Un sole pallido sorge all'angolo della sala e attraversa  velocemente tutto il cielo, invitando i visitatori a seguirne la traiettoria, ma il pavimento si alza improvvisamente verso l'alto e frena il cammino, mettendo a dura prova l'equilibrio. Tuttavia, appena prima che l'iperstimolazione sensoriale diventi frustrante, uno schermo si accende di bianco lattiginoso con una nevicata, mentre un corpo celeste oscura il sole e riporta la stanza all'oscurità iniziale, che questa volta rinfranca e rilassa.

Lo straniamento caratterizza anche il contatto con lo spazio Alcantara: anziché da una normale porta, l'entrata è sbarrata da una selva di liane che avvolgono il corpo e impediscono di vedere oltre il proprio naso, così che l'ingresso diventa una vera  avventura. Una volta all'interno, tuttavia, per i sensi si apre un mondo di relax: l'atmosfera è ovattata, con i colori caldi che la fanno da padrone e il profumo dei tessuti che invade l'aria, mentre in ogni angolo è possibile adagiarsi mollemente su poltrone dalle forme più disparate. Le cose qui, più che viste, vanno toccate perché il senso principe è il tatto: le superfici in Alcantara sono piacevolmente delicate, mentre la texture dei rivestimenti regala alla mano esperienze sempre diverse e sorprendenti.

Il viaggio plurisensoriale del Superstudio Più non poteva trascurare il gusto, che viene accolto nell'angolo di Giappone ricreato da Kaneka, dove la tradizione dei Sake Bar è riletta in chiave tecnologica: la sala è decorata da centinaia di piccoli schermi OLED che scendono a cascata dal soffitto, accendendosi di rosso o di bianco, colori tipici dei luoghi di ristoro nipponici. Del Giappone sono offerti colori e sapori: si può godere dello spettacolo luminoso sorseggiando un ottimo sake, la tradizionale bevanda ottenuta dalla fermentazione del riso, che con il suo sapore pieno e fruttato rinfranca le papille gustative.

Vista, udito, tatto,

olfatto e gusto: per chi vuol risvegliare i sensi intorpiditi dalla routine cittadina, in questo week-end di Fuorisalone una visita in via Tortona è una tappa obbligata.

 

Francesco Priano
Stefano Fiore

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