Strasburgo - Mario Placanica si è difeso. Il carabiniere che nel luglio del 2001 uccise Carlo Giuliani durante il G8 di Genova ha agito per legittima difesa. Questo è quanto ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo in una sentenza resa pubblica oggi. I giudici di Strasburgo hanno quindi accettato la versione delle autorità italiane su come si sono svolti i fatti inerenti la morte del giovane. Secondo la sentenza, infatti, il militare che sparò a Giuliani non è ricorso a un uso eccessivo della forza, ma ha risposto a quello che ha percepito come un reale e imminente pericolo per la sua vita e quella dei suoi colleghi.
La sentenza di Strasburgo Il carabiniere che nel luglio del 2001 ha ucciso durante il G8 di Genova Carlo Giuliani "non ha fatto un uso sproporzionato della forza" e per questo non c’è stata alcuna violazione dell’articolo 2 della convenzione europea sui diritti umani. In pratica, hanno deciso i giudici della Corte Europea dei diritti dell’uomo, il carabiniere ha sparato per legittima difesa perchè aveva "onestamente percepito un pericolo, reale e imminente, per la sua vita e per quella dei suoi colleghi". La Corte, si legge nella sentenza resa nota oggi, dà invece ragione ai familiari di Carlo Giuliani che hanno presentato diversi ricorsi, per quanto riguarda l’inchiesta che l’Italia avrebbe dovuto svolgere su quanto possa avere pesato su quanto accaduto a Genova nel 2001 una scarsa pianificazione e gestione in materia di ordine pubblica e pubblica sicurezza.
Le motivazioni della Corte La Corte osserva che quando uno stato ospita un evento come il G8, considerato ad alto livello di rischio, è necessario prendere ogni misura di sicurezza necessaria anche per salvaguardare i diritti di chi protesta e la libertà di espressione: l’Italia nel pianificare e preparare le misure di pubblica sicurezza, avrebbe "minimizzato" i rischi. Anche se la Core non riconosce alcun legame diretto e immediato tra i ’difettì nella preparazione delle operazioni e la morte di Carlo Giuliani. Comunque, per questo lo Stato dovrà risarcire con 40mila euro i familiari del giovane morto a Genova. Infine, la Corte europea, contrariamente a quanto sostenuto dai familiari di Giuliani, ritiene che il governo italiano abbia cooperato a sufficienza con la corte, consentendole di condurre un esame "appropriato" del caso e che, quindi, l’Italia non ha violato l’articolo 38 della convenzione. Per questo i giudici hanno stabilito che lo Stato dovrà risarcire 40mila euro ai genitori di Carlo Giuliani - Infine i giudici di Strasburgo hanno ritenuto che, a differenza di quanto sostenuto dalla famiglia Giuliani, il governo italiano abbia cooperato sufficientemente con la Corte, consentendo di condurre un appropriato esame del caso. Nessuna violazione, dunque, dell’articolo 38 della convenzione che impone agli Stati contraenti di fornire tutte le informazioni richieste dai giudici di Strasburgo.
La famiglia: "Faremo ricorso" "La sentenza della Corte europea dei diritti umani la possiamo considerare positiva, soprattutto nella parte in cui sostiene che l’inchiesta in Italia avrebbe dovuto valutare aspetti dell’organizzazione e della gestione dell’ordine pubblico e che non è stata adeguata nella misura in cui non ha ricercato quali siano state le persone responsabili di questa situazione". Ha commentato così Giuliano Giuliani, padre di Carlo. "Noi, comunque, faremo ricorso - prosegue - e impugneremo la sentenza nella parte in cui non vengono messe in luce le violenze che le forze dell’ordine hanno fatto sul corpo di Carlo subito dopo la sua morte, per cercare di fare credere che il colpo fosse stato deviato".
Placanica: "Fine di un incubo" "Ho sofferto per tanto tempo, era ora che si chiudesse questo brutto capitolo della mia vita. Spero solo che non debba più riaprirsi, perché mi ha portato solo sofferenza e sono stato peggio che in carcere". Così Mario Placanica.
"Non voglio commentare la decisione della Corte europea - ha aggiunto l’ex militare dell’Arma - ringrazio i carabinieri, che mi sono stati molto vicini e mi hanno sostenuto, il Coisp con il suo segretario generale Maccari, e tutte le forze di polizia italiane".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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