Marianna Bartoccelli
da Roma
I magistrati, almeno quelli che si sentono rappresentati dallAnm, pongono un aut-aut al governo. Si asterranno da qualunque forma di protesta e anche dallo sciopero già previsto contro la legge dellordinamento giudiziario varata dallex-ministro Castelli, a patto che il governo Prodi e il Parlamento adottino il provvedimento di sospensione della riforma Castelli entro il 28 ottobre. E visto che il ddl di Mastella sulla sospensione è già in aula, il direttivo dellAssociazione nazionale magistrato, che si è riunito ieri, ha dato incarico alla giunta «di vigilare liter del ddl Mastella». E se in Senato, dove già martedi è previsto il voto, il decreto non dovesse passare, il parlamentino delle toghe verrà riconvocato con provvedimento di urgenza, per decidere nuove giornate di sciopero.
Per i magistrati quella data è determinante perché il 28 ottobre entrerà in vigore la norma che riguarda la cosidetta separazione delle carriere tra giudicante e requirente. Norma tra le più contrastate dallAnm che la considera «contraria ai principi costituzionali e alle esigenze di efficace funzionamento della giustizia». Il parlamentino dei magistrati ha sottolineato che giudica positivo il ddl presentato da Mastella, ma il presidente dellAnm, Giuseppe Gennaro, specifica «di non essere in alcun modo favorevole a sospensioni ripetute e illimitate e di volere in tempi brevi lapprovazione di una vera riforma dellordinamento giudiziario». E ha aggiunto: «Ci attendiamo risposte coerenti con gli impegni presi dal governo. Non possiamo dire di attendere con serenità e fiducia, perché siamo preoccupati per lesito del dibattito. Valuteremo a conclusione». Per lAmm siamo in una «vera e propria emergenza determinata dallentrata in vigore di una legge di riforma sbagliata, paralizzante e controproducente».
Il segretario dellAnm, Nello Rossi ha posto laccento su un «paradosso» determinato dalla nuova rifoma: «Da una parte - ha detto - taglio dei fondi alla giustizia e, dallaltra, mantenimento di immensi sprechi. Lintera disciplina processuale è fitta di duplicazioni, di formalismi astrusi, di garanzie cartacee. Insomma, enormi dispersioni di risorse su cui la giunta dellAnm ha avviato una riflessione e messo in cantiere unattività di studio».
Lo sperpero di denaro preoccupa anche il sostituto procuratore Carlo Fucci, che lancia accuse precise per gli effetti dellindulto: «Il 60 per cento dei processi in corso di svolgimento sono per reati le cui condanne verranno condonate per effetto dellindulto. Ciò significa che noi portiamo avanti dei processi che costano moltissimo denaro alle casse dello Stato e poi, sostanzialmente, non arriviamo a niente, perché limputato si vedrà condonare la condanna». Per lAnm diventa quindi necessario varare adesso lamnistia. Anche se come afferma Fucci: «Lamnistia è una sconfitta».
Allordine del giorno anche la questione delle intercettazioni, che da Nello Rossi sono state definite «criminali» e coinvolgono sia i magistrati che i giornalisti.
È stato quindi annunciato un convegno (previsto per la fine di ottobre) promosso dallAnm con la partecipazione della Federazione nazionale dei giornalisti.
Pur avanzando con forza la richiesta di stoppare la riforma Castelli, il direttivo dellAnm ha voluto in qualche modo aprire anche allattuale opposizione, chiedendo nel documento finale «lappoggio di governo e forze parlamentari».
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