Gmobile, quando l’arte incontra la beneficenza

In via Turati il progetto "Kartell loves Milano": designer d'eccezione hanno reinterpretato in chiave milanese i mobili più famosi dell'azienda italiana. I pezzi unici verranno poi messi all'asta e il devoluto andrà alla ricerca per il progresso scientifico Guarda il video

Gmobile, quando l’arte incontra la
beneficenza

C'è spazio anche per la beneficenza al Fuorisalone edizione 2011. In particolare, Kartell dichiara tutto il suo amore per Milano (nella cui provincia ha luogo la sede dell'azienda) stringendo un patto con la fondazione Umberto Veronesi, creata dall'illustre professore per il progresso delle scienze. Nello spazio flaghsip store di via Turati, non lontano dal centro cittadino, Kartell espone creazioni di designer d'eccezione: l'elenco è lungo e comprende professionisti come Philippe Starck, Ottavio Missoni, Moschino, Aspesi ma anche personalità che, solitamente, esprimono la propria creatività in altri ambiti. Chef come Carlo Cracco e Davide Oldani ma anche lo scrittore Fabio Volo, il deejay Linus, Italo Rota per il Museo del Novecento, il critico cinematografico Gianni Canova (docente allo Iulm) e la regista Elisabetta Sgarbi. Perfino lo stesso Veronesi ha voluto firmare la lampada Dna revolution, ispirata al disegno inconfondibile del genoma umano.

L'azienda nata nel 1949 e diventata famosa per l'originalità dell'arredamento mediante l'uso di tecnologie di lavorazione tradizionalmente usate in altri settori industriali, ha quindi dato la possibilità di reinterpretare in chiave milanese i propri classici. Nei mobili compaiono mappe della città, modellini del Duomo e anche una madonnina dorata: non a caso il progetto è stato chiamato "Kartell loves Milano". E non a caso è stato presentato proprio nei giorni del Fuorisalone, rassegna chiave per quanto riguarda l'arredamento e Milano.

Tutte queste opere uniche finiranno all'asta nel mese di settembre e il ricavato verrà devoluto alla fondazione del famoso oncologo. Un bel modo per fare del bene sfruttando l'arte.

Stefano Fiore
Francesco Priano

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