Roma - Dopo 153 giorni di interim il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha sciolto la riserva. Paolo Romani è stato nominato ministro dello sviluppo dal presidente Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella sala della Pendola del Quirinale, Romani ha giurato nelle mani del capo dello Stato. Presenti il premier e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Sciolta la riserva sulla nomina Dopo 153 giorni - e con il Parlamento alle prese con mozioni di sfiducia proprio contro il suo interim - Berlusconi ha sciolto la riserva ed è salito al Colle. Proprio Romani - milanese, 63 anni, un passato da editore e un presente da esperto di telecomunicazioni al servizio della politica - che nelle ore successive alle dimissioni di Claudio Scajola del 4 maggio scorso era sembrato essere il candidato ideale del Cavaliere. Ad attendere Romani un’agenda davvero fitta nella quale non mancano i temi a lui più cari. Si attende da mesi, per esempio, la firma del contratto di servizio della Rai; va accompagnato con cura il processo di switch off della televisione digitale che a giorni farà capitolino nella ricca e popolosa Padania; c’è attesa sul beauty contest delle frequenze televisive e si attende di capire se saranno messe all’asta o meno frequenze per i big della telefonia.
Il Pdl: "Sia sostenuto da tutti" Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, ha subito inviato al neoministro "i migliori auguri di buon lavoro per l’incarico che assume". "Tutte le persone ragionevoli, ovunque collocate, comprendono che il nuovo ministro dello Sviluppo ha un compito importantissimo, che è interesse di tutti sostenere - ha detto Capezzone - anche le opposizioni, se trovassero un momento di ragionevolezza e di senso di responsabilità, dovrebbero comprendere che, almeno sul terreno della ripresa economica, il loro compito sarebbe quello di confrontarsi e concorrere in modo positivo".
Opposizione all'attacco Contrario alla nomina il segretario del Pd Pierluigi Bersani: "Mastro Geppetto costruirà in legno il ministro dello Sviluppo, e l’opera è in fase di rifinitura. La verità è che qualunque ministro venga non troverà più il ministero". Duro anche il leader centrista Pierferdinando Casini: "Avrei preferito Confalonieri: sia per la sua conoscenza del mondo dell'impresa, sia per la sua conoscenza del mondo televisivo".
Il mondo dell'impresa "Bene che un dicastero così importante e strategico riprenda la sua piena operatività soprattutto in una fase in cui, non essendo ancora risolti del tutto i nodi della crisi, è auspicabile particolare attenzione e impegni concreti a favore delle pmi". Facendo "i migliori auguri di buon lavoro" il commento del Presidente di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, è sicuro che il neoministro "saprà certamente svolgere con impegno e senso di responsabilità". Anche la Confapi è soddisfatto: "Si tratta di un uomo capace e da sempre attento ai problemi delle pmi, in grado di proseguire con altrettanta professionalità il lavoro svolto fin qui da Berlusconi".
Il siparietto sulla "storiella" Giunto puntuale al Quirinale con Romani e Letta, Berlusconi è apparso rilassato e sereno di fronte ai giornalisti e cameramen in attesa nella sala della Pendola per la cerimonia del giuramento del nuovo ministro dello Sviluppo economico. Il premier ha prima scherzato con i cameramen: "Ma così non vi viene la scoliosi?", ha detto ad uno degli operatori. Poi, per ingannare l’attesa di qualche minuto, ha detto ai giornalisti presenti: "Ora vi racconto una storiella...". Tanto è bastato a provocare la reazione di Gianni Letta.
"Alt!", lo blocca il sottosegretario. A quel punto il presidente del Consiglio, con fare rassegnato sospira: "Questo succede quando uno non ha niente da fare...", in una riflessione autoironica a beneficio dei media.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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