"Il giudice meno parla e meglio è: deve apparire imparziale". Nordio e il monito alla magistratura

Un giudice non dev'essere solo imparziale ma lo deve anche apparire, questa è la lezione che Nordio ha ricordato ai magistrati italiani: "Più parla e più si espone al rischio di vulnerare questa sua apparenza"

"Il giudice meno parla e meglio è: deve apparire imparziale". Nordio e il monito alla magistratura
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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è stato ospite del programma "Cinque Minuti" di Bruno Vespa e con lui ha affrontato i temi principali legati ai temi della giustizia nel nostro Paese, particolarmente attuali. "Prima di tutto distinguerei tra magistrati, pubblico ministero e giudicanti. Il pubblico ministero è una parte, il giudicante deve essere terzo, deve essere imparziale e apparire imparziale, questo si vedrà ancora meglio quando separeremo le carriere; più parla e più si espone al rischio di vulnerare questa sua apparenza di imparzialità", ha detto il ministro, lanciando un monito: "Meno il giudice parla e meglio è".

Proprio sul tema della separazione delle carriere, che questo governo ha l'obiettivo di condurre in porto entro la fine della legislatura, Nordio sembra essere fiducioso: "Credo ci arriveremo abbastanza presto, in prima battuta penso entro febbraio poi ci sarà la seconda lettura e speriamo entro l'estate di arrivare all'approvazione definitiva". Poi, ha aggiunto, "se non vi sarà una maggioranza qualificata, e non credo che vi sia, andremo a referendum. Ma tutto sommato io auspico che si arrivi a referendum perché su un materia così delicata e importante è bene che il giudizio definitivo e finale spetti al popolo italiano".

Sul nuovo emendamento presentato da Fratelli d'Italia in merito allo spostamento alle Corti di appello della competenza per i provvedimenti di convalida dei trattenimenti dei richiedenti asilo, che tanta polemica ha innescato a sinistra, Nordio replica: "Si sta discutendo, certo è un arricchimento di giurisdizione". E a chi obietta che andrebbe a caricare di lavoro i tribunali, invece, ribatte: "In questo emendamento si prevede invece una riduzione delle competenze della Corte di appello per quanto riguarda i reclami contro le decisioni sui migranti quindi tutto sommato il loro lavoro sarebbe sgravato". E sarebbero sgravati i tribunali, prosegue, "ma parlo in modo ipotetico perché non è un'iniziativa governativa ma parlamentare - che sono già molto gravati da cause civili e penali e non dovrebbero più giudicare tutte queste questioni di riguardano l'immigrazione".

Infine, ha dedicato un passaggio all'escalation di tensione nei cortei che da oltre un anno attraversano la città in modo più o meno violento. La parola "terrorismo" si fa sempre più spazio e secondo il ministro "un ritorno sotto l'aspetto politico come c'era 40 anni fa no, perché sono cambiate le ideologie, sono cambiate le stesse strutture delle organizzazioni che una volta si chiamavano terroristiche e che oggi invece sono diciamo molto più volatili: rimane invece il pericolo di un terrorismo che prenda vigore dalle manifestazioni di piazza".

Se è vero, ha spiegato, "che non tutte le manifestazioni violente di piazza diventano terroristiche è anche vero che ogni forma di terrorismo è nata dalle prime manifestazioni di piazza violente, che non sono state represse e controllate in modo vigoroso". Per questa ragione, ha ribadito, "spero che i colpevoli di questi misfatti, soprattutto di questi atti di aggressione contro le forze dell'ordine, vengano al più presto individuati, processati e puniti".

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