Medicina, addio al test d'ingresso a numero chiuso. Cosa cambia all'università

Dal 2025, via il numero chiuso per accedere ai corsi di laurea per le professioni sanitarie: c'è l'ok del Senato, ora tocca alla Camera. La soddisfazione del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini

Medicina, addio al test d'ingresso a numero chiuso. Cosa cambia all'università
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Con 87 voti favorevoli, 40 contrari e 18 astensioni, il Senato ha dato il primo via libera al disegno di legge che modifica l’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia. Si attende ora il via libera dalla Camera per l'approvazione definitiva che rivoluzionerà il sistema di selezione (da più parti ampiamente criticato) abolendo i test d’ingresso attualmente in vigore.

La proposta di legge

Quella che viene appunto definita una "rivoluzione" è composta da tre articoli e prevede una delega al governo, che avrà un anno di tempo dall’entrata in vigore della legge, per emanare i decreti legislativi necessari a riformare le modalità di accesso non solo per medicina, ma anche per odontoiatria, protesi dentaria e medicina veterinaria.

Grande soddisfazione del ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che da tempo porta avanti questa battaglia e che a margine della votazione ha dichiarato: "Oggi segniamo una svolta attesa da tantissimi studenti e da tantissime famiglie. Aboliamo i quiz per l’accesso a Medicina e apriamo il numero chiuso in modo sostenibile e programmato. Il ministro ha ribadito che studenti e studentesse potranno iscriversi al primo semestre del corso di laurea, frequentare alcuni corsi ed esami previsti e, in caso di insuccesso, utilizzare i crediti ottenuti per altri percorsi accademici".

Cosa prevede la riforma

Un semestre aperto a tutti gli studenti di medicina, che diventerà un "semestre-filtro."Durante questi mesi, l’ammissione al secondo semestre dipenderà dai risultati in esami specifici e dalla posizione in una graduatoria basata sui crediti ottenuti. Chi non prosegue può comunque usare i crediti acquisiti per altri percorsi formativi. L’obiettivo è formare 30.000 nuovi medici nei prossimi sette anni e migliorare l'orientamento in ambito medico-sanitario già durante le superiori" viene spiegato.

La riforma prevede anche nuovi percorsi di orientamento (PCTO) per gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori. Questi percorsi, sviluppati in collaborazione con gli ordini sanitari, includono tirocini formativi e mirano a facilitare l'accesso consapevole alla facoltà di medicina. Inoltre, completare i PCTO riconosciuti consentirà agli studenti di ottenere crediti formativi del primo semestre universitario.

Chi premierà la riforma

Sempre secondo il ministro Bernini, la riforma premia: "L’impegno e lo studio dei giovani, superando la logica casuale e limitante del test".

Ma l’impatto non sarà solo accademico: "È anche un passo avanti per il sistema sanitario nazionale: stop al 'turismo universitario' che spinge i nostri giovani a studiare all’estero e alla carenza dei medici in corsia. L’Italia è un’eccellenza nella formazione medica e sanitaria, e vogliamo che i nostri studenti restino qui per rendere il Paese ancora più forte".

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