Quando un governo si attiva per frenare la disinformazione viene inevitabilmente accusato di voler controllare le notizie e imporre verità precostituite. Il fantasma del “Ministero della verità” aleggia inesorabilmente nel dibattito pubblico tutte le volte in cui il potere politico istituisce organismi di vigilanza sui flussi di informazioni di interesse pubblico, nel tentativo di contrastare le cosiddette bufale. Il confine tra queste attività di fact-checking e le censure è molto sottile e dunque bisogna stare attenti a non accreditare l’idea di un’ingerenza indebita delle istituzioni nelle scelte redazionali.
Il monito di Sergio Mattarella
In occasione della tradizionale cerimonia del Ventaglio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha riaffermato la centralità dell’informazione libera e indipendente come antidoto “alle forme più diverse di disinformazione che in modo massiccio si propalano nei sistemi delle comunicazioni digitali” e ha aggiunto che “sarebbe fuorviante - e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali - immaginare che organismi terzi possano ricevere l’incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi”. Il messaggio è chiaro: l’autonomia del giornalista nella selezione e valutazione delle fonti d’informazione non deve mai essere messa in discussione.
Il decreto del governo sulle agenzie di stampa
Il decreto sulle agenzie di stampa, che porta la firma del sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, introduce come obbligatoria nelle agenzie la figura di un “Garante della informazione avente la funzione di assicurare la qualità delle informazioni ed impedire la diffusione di fake news, avente provata professionalità, esperienza, imparzialità e senza una pregressa appartenenza all’Agenzia presso cui opera”. Questo Garante, come è stato subito chiarito dallo stesso Barachini, non è un controllore politico ma un professionista neutrale e con competenze multidisciplinari in grado di supportare il lavoro delle redazioni nelle doverose azioni di contrasto alla disinformazione, senza in alcun modo limitare la discrezionalità dei giornalisti.
Un aiuto per i giornalisti, una garanzia per i cittadini
Nessun intento censorio, quindi, ma solo il desiderio di assicurare agli organi d’informazione notizie veritiere e attendibili, scongiurando il rischio di violazioni del copyright, cyber attacchi, manipolazioni e altri stratagemmi finalizzati a veicolare fake news, facendo leva sulla sterminata quantità di contenuti in Rete, spesso non vagliati e non verificati, anche per mancanza di tempo. “L’attuale velocità di diffusione delle notizie e la difficoltà concreta e quotidiana a fermare quelle false, la crescente tendenza degli attacchi hacker ad inquinare il settore delle news con deep fake e manipolazioni sempre più sofisticate, ci hanno fatto sentire il dovere di supportare l’informazione primaria che costituisce nella gran parte dei casi la fonte degli altri media”, si legge in una nota dello stesso Barachini.
Puntualizzazione quanto mai calzante, poiché nella smisurata complessità dell’ecosistema mediale il giornalista non sempre può cavarsela da solo nell’impresa titanica
di difendere il prodotto del suo lavoro dalle molteplici minacce che incombono in Rete. Dargli un supporto vuol dire rafforzare la sua libertà e potenziare il diritto dei cittadini a un’informazione corretta e di qualità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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