Non serve la laurea per essere colti

Tanti artisti e scrittori non sono passati per le aule universitarie: le critiche al ministro Alessandro Giuli non hanno senso

Non serve la laurea per essere colti
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Illustre Direttore, Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Cultura e chi ieri si lamentava di Sangiuliano ora si lamenta di Giuli che ancora deve varcare la porta del ministero. Gli si contesta che non sia laureato. Ma quanti ministri, parlamentari, senatori, di destra e di sinistra, non muniti di laurea abbiamo avuto? Non mi sembra così grave. Lei cosa ne pensa?
Tommaso Milani

Caro Tommaso,
abbiamo di recente avuto un ministro del Lavoro che non soltanto non era laureato ma che, come esperienze lavorative pregresse, vantava nel curriculum l'attività di bibitaro svolta tra gli spalti dello stadio, e ora vogliono farci credere che sia indecente che un ministro della Cultura non sia laureato, come se la cultura e la preparazione dipendessero dall'avere conseguito la laurea. Magari fosse così facile dividere il mondo in persone preparate e coglioni. Sai quanti disastri eviteremmo?! Non intendo togliere valore alla laurea, essa è un titolo e un requisito utile per scremare, valutare, selezionare, ma - ne converrai - non sufficiente. Inoltre nella nostra Costituzione non è indicato che un politico, ossia un individuo eletto, o un ministro, nominato, debbano essere laureati. Quindi non capisco la ratio di questa polemica che si unisce ad altre ancora in corso. Bettino Craxi non era laureato, come lui Massimo D'Alema ed Enrico Berlinguer. Persone senza laurea si sono distinte in ogni ambito, dalle arti alla scienza, dalla politica all'imprenditoria. Cosa vuol dire? Che evidentemente la cultura, la preparazione, le competenze, il genio non si possono acquisire con 4 o 5 anni di studi universitari. L'individuo deve coltivare costantemente la sete di conoscenza, il desiderio di crescere, di migliorare, di apprendere, di realizzare qualcosa. E poi c'è un'altra componente fondamentale la cui acquisizione non è data dal titolo di studio. Mi riferisco al talento. Anche nel mio ambito, il giornalismo, le firme più importanti sono quelle di non laureati, penso ai miei amici Enzo Biagi, Giorgio Bocca, Oriana Fallaci. È lungo l'elenco di intellettuali, scrittori, poeti, giornalisti, scienziati, addirittura premi Nobel che mai hanno frequentato l'università ma che pure nelle università sono entrati sì, ma come autori da studiare, da cui apprendere. Dunque non vedo come il non possedere la laurea possa essere condizione ostativa per Giuli nel fare il ministro della Cultura. Facciamolo lavorare, poi potremo giudicare il suo operato. Ricordo ai detrattori del giornalista Giuli, che lo volli a Libero proprio perché ne apprezzo le doti professionali e umane, che Eugenio Montale, Umberto Saba, Gabriele D'Annunzio, Benedetto Croce, Grazia Deledda, Orio Vergani, Salvatore Quasimodo, Walt Disney, Henry Ford, Guglielmo Marconi non erano laureati.

E l'unico Nobel italiano per la letteratura che fosse laureato fu Luigi Pirandello.

Giuli è chiamato a promuovere e rilanciare la Cultura, cultura rappresentata anche e soprattutto da artisti, poeti, scrittori, intellettuali che non sono mai passati dalle aule universitarie.

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