Il governo conferma nei fatti di non voler indietreggiare sul caso Alfredo Cospito, mettendo nero su bianco la ferma intenzione di procedere dritto imboccando la strada tracciata fin da subito. Infatti il ministero della Giustizia ha fatto sapere che Carlo Nordio, attraverso un "provvedimento articolato", ha respinto la richiesta di revoca del regime speciale di detenzione di cui all'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario presentata dall'avvocato del detenuto.
La difesa annuncia ricorso
In sostanza Cospito resta al 41 bis, senza alcun passo indietro da parte dell'esecutivo. Evidentemente è stata ritenuta ancora sussistente la sua pericolosità sociale. Tuttavia dalla difesa di Cospito si apprende che è stata già annunciata la volontà del ricorso contro la decisione del ministro della Giustizia. Come riportato dall'Ansa, centrale sarebbe stata la circostanza che tutte le autorità giudiziarie che hanno espresso il loro parere hanno giudicato "infondate" le ragioni di revoca presentate dal legale.
L'anarchico è in sciopero della fame da oltre 100 giorni e allo stato attuale ha perso quasi 50 chili. Il suo difensore, Flavio Rossi Albertini, ha riferito che "la situazione è sempre la stessa" e ha spiegato che "dimagrisce sempre più, ora pesa 70 chili e non prende gli integratori".
"Lo Stato non cede a ricatti"
La scelta di Nordio è stata accolta in maniera positiva da Licia Ronzulli, capogruppo di Forza Italia al Senato: "Eravamo certi che il ministro Nordio e lo Stato non si sarebbero mai fatti condizionare, né avrebbero arretrato di un solo passo". Sulla stessa linea si trova Francesco Paolo Sisto, viceministro della Giustizia: "Ha preferito esprimersi e assumersi ogni responsabilità della scelta, con un provvedimento motivato ed equilibrato che percorre tutti i quadranti, fattuali e giuridici della vicenda. Ovviamente con approccio meramente tecnico, ben al di fuori di qualsivoglia condizionamento".
Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, si è detto del tutto a favore del provvedimento del Guardasigilli contro la richiesta di revoca anticipata del regime detentivo per Cospito: "La pericolosità del soggetto è nota e certificata e lo Stato non cede ai ricatti o alle intimidazioni dei violenti". Inoltre ha sottolineato che a oggi, a meno di eventuali diverse indicazioni da parte del personale medico e della magistratura, "non sussistono ragioni che giustifichino diversi intendimenti".
Nei giorni scorsi Giorgia Meloni ha preso posizione e ha confermato la linea sul caso Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli, escludendo l'ipotesi di dimissioni tanto evocata dalla sinistra: "Mi pare che queste informazioni 'sensibili' fossero già presenti suoi quotidiani. Dunque non ho ragione di dire che ciò che sta sulla stampa non possa andare in Parlamento. La Procura fa il suo lavoro".
Sempre di recente è stato fatto notare che, mettendo in comparazione le dichiarazioni rilasciate da Giovanni Donzelli e la documentazione, il riferimento è a una scheda di sintesi del Nic non coperta da segreto: "Non risultano
apposizioni formali di segretezza e neppure ulteriori diverse classificazioni sulla scheda". Il verdetto del ministro della Giustizia è arrivato al termine della ricostruzione dei fatti in seguito al dibattito parlamentare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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