Questa sera alle 20 il Consiglio dei ministri non esaminerà solo il Documento programmatico di Bilancio con le tabelle della prossima manovra, ma anche la stessa legge di Bilancio e il decreto fiscale collegato con alcuni provvedimenti di copertura. Secondo quanto si apprende, si procederà a tagli lineari per i ministeri che, però, ciascun titolare di dicastero potrà gestire in modo flessibile. L'obiettivo resta confermato rispetto alle indiscrezioni della vigilia: recuperare 3 miliardi cui se ne aggiungerebbe un altro dai residui passivi. Poiché in maggioranza soprattutto Forza Italia ha manifestato contrarietà a prelievi straordinari sugli extraprofitti, si sta ancora discutendo sulla modalità con la quale gli istituti saranno chiamati a dare un contributo. Un'ipotesi realistica prevedrebbe una diluizione delle Dta, i crediti di imposta differiti, in modo da recuperare temporaneamente almeno 1,5 miliardi.
Secondo quanto trapelato da Via XX Settembre, il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, «sta lavorando con gli uffici competenti» ed «è in corso il confronto con le banche che andrà avanti a oltranza». Il Tesoro conferma «gli interventi in favore dei redditi medio bassi e delle famiglie con figli». Le entrate, fanno sapere le stesse fonti, «arriveranno soprattutto da tagli e razionalizzazione delle spese e si conferma che non ci sarà aumento di tasse per le persone e le aziende».
La manovra dovrebbe, inoltre, aumentare i fondi per la sanità, prevedendo una crescita della spesa oltre il limite dell'1,5% previsto per l'aggregato della spesa netta. Gli ultimi rumor indicano addirittura un incremento di 3,2 miliardi anziché i 2 miliardi di cui si parlava fino ad ora. Il Fondo sanitario nazionale 2025 salirebbe così a 138 miliardi di euro. Non è ancora chiaro il dettaglio della spesa: per il ministro della Salute Schillaci la priorità sono le assunzioni di 10mila medici e 20mila infermieri. Ma gli operatori del settore reclamano anche gli sgravi sull'indennità di specialità, una flat tax al 15% che consentirebbe di aumentare le buste paga di poco più di 200 euro per coloro che hanno minore anzianità. Non è detto che la detassazione avvenga in una sola tranche, parte del taglio potrebbe essere rinviato anche al 2026.
Nel menu della manovra è compreso anche il rinnovo dei contratti pubblici del periodo 2025-27 per tenere conto dell'andamento dell'inflazione e per il rifinanziamento delle missioni internazionali. Da confermare, poi, la detassazione dei premi aziendali, il finanziamento della social card per gli indigenti, il bonus mamme con due figli e la riduzione del canone Rai da 90 a 70 euro. Il taglio del cuneo fiscale dovrebbe cambiare modalità, come anticipato dal Giornale, dispiegando meglio i propri effetti per i redditi sopra i 28mila euro. Secondo alcune indiscrezioni, il taglio dei contributi potrebbe essere diluito anche sull'Irpef in modo tale da tutelare anche chi supera i 35mila euro. Non ci sono certezze sull'abbassamento della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33. Il costo è di poco superiore ai 2 miliardi.
Vale la pena, pertanto, ricordare come, al momento, sia strutturata la copertura dei circa 25 miliardi della manovra. Lo scostamento tra deficit tendenziale e programmatico garantisce circa 9 miliardi di euro, mentre altri 6 miliardi circa giungono dai fondi per la riduzione della pressione fiscale e per l'attuazione della delega. I tagli ai ministeri avvicinano il conto ai 19-20 miliardi.
Restano, pertanto, da recuperarne altri 5-6 sia dalla razionalizzazione degli sconti fiscali (ad esempio i bonus edilizi dovrebbero calare al 36% sulle seconde case dall'anno prossimo), mentre ci si attende un contributo (almeno 500 milioni) dalla proroga delle concessioni per slot e scommesse. Tra gli altri dossier allo studio anche un aumento della digital service tax.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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