
È stata una coincidenza suggestiva quella nel giorno in cui il Senato è stato chiamato a trasformare in legge il disegno predisposto dal ministro Nello Musumeci per regolare tempi e costi delle ricostruzioni dopo ogni evento calamitoso. Nello stesso momento il senatore Guido Castelli, Commissario straordinario alla ricostruzione e riparazione post sisma 2016, ha presentato al Senato il suo libro sulla ricostruzione dopo il sisma del 2016 “Mediae Terrae” (Giubilei editore).
Le parole del ministro Musumeci
Alla presentazione anche il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci oltre che capogruppo al Senato di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, insieme a Maria Antonietta Spadorcia, Vicedirettore Tg2. “Sono grato all’impegno del Commissario Castelli, che ha messo nero su bianco in questo libro i primi due anni di attività per la rinascita del Centro Italia” ha spiegato il ministro Musumeci, che ha poi sottolineato l’incrocio temporale tra l’approvazione del Codice della Ricostruzione al Senato e la presentazione del libro del Commissario Castelli, che racconta una delle ultime ricostruzioni in atto, quella dopo il sisma 2016-2017 che ha colpito una vasta area interna (8 mila chilometri quadrati, 28 miliardi di danni) compresa tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.
Una "cornice comune" per tutte le calamità
La nuova legislazione al voto al Senato si preoccupa di definire una cornice comune a tutto il Paese, e a tutte le calamità, per tracciare tempi e costi certi nei complessi processi di ricostruzione, successivi al verificarsi di una piccola o grande catastrofe naturale. Prevenire, affrontare l’emergenza, ricostruire: sono le tre fasi in cui si compie il presidio in caso di calamità. “E la ricostruzione non può dimenticare il capitolo della riparazione sociale ed economica dei territori colpiti” ha spiegato il Commissario Castelli, soprattutto nelle aree più fragili, le “aree interne” evocate da Lucio Malan nel suo intervento, marginalizzate nel tempo e poi spesso ferite da eventi calamitosi, che accentuano ogni criticità precedente.
L'obiettivo della ricostruzione
Il vero obiettivo è quello di offrire una nuova opportunità di vita a chi ha subito danni e lutti. "Per questo occorre saper e voler guardare al futuro" – ha ribadito Castelli, citando Giuseppe Prezzolini – il conservatore è l’uomo del dopodomani. I territori del cratere sono diventati il luogo dove realizzare un vero e proprio Laboratorio sull’Appennino centrale, che prevede di affiancare alla ricostruzione materiale anche la riparazione economica e sociale dei borghi colpiti.
Un modello di rinascita e sviluppo sostenibile che ha l’obiettivo di ricreare quelle condizioni di vita in grado di indurre le persone a restare – o magari a tornare - nella loro terra d’origine, arginando così il processo di spopolamento in corso da lungo tempo. Musumeci, Malan e Castelli hanno convenuto sulla necessità di puntare sulla risorsa “uomo” in ogni processo di ricostruzione e riparazione.
Senza la presenza attiva e responsabile dell’uomo il territorio colpito da calamità naturali è destinato a essere inesorabilmente abbandonato, “accentuando fragilità e rischi – ha concluso Castelli – che devono essere contrastati e gestiti, per rendere
di nuovo vivibili e attrattivi i luoghi del Centro Italia, capaci di unire il fascino di arte, cultura e natura a una qualità della vita che ha bisogno di nuove infrastrutture di viabilità e di digitalizzazione”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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