La stoccata della Meloni a Fazio e Annunziata

Il corso precedente in Rai viene definito da Giorgia Meloni come un "intollerante sistema di potere" che ora la sinistra ha paura di perdere

La stoccata della Meloni a Fazio e Annunziata
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Chiusura di campagna elettorale a Catania per Giorgia Meloni in vista del ballottaggio per l'elezione del sindaco della città etnea. Dal palco, il messaggio del premier è chiaro: serve cooperazione. E l'esempio è quello più recente, che arriva dall'Emilia Romagna, dove senza colore politico si lavora per ricostruire e risollevare una vasta zona del Paese alluvionata. "Qui è una emergenza continua e si può fare spesa corrente distribuita subito ai cittadini ma poi arriva l'alluvione e falliscono tutte le previsioni", ha dichiarato il premier, ricordando come per l'emergenza maltempo "abbiamo tirato fuori 2,2 miliardi in 72 ore".

Uno sforzo enorme per il governo ma necessario per aiutare le regioni maggiormente colpite. "Ma se non ci lavoriamo tutti insieme, quelle risorse non serviranno e se si ferma una regione locomotiva come l'Emilia Romagna, trascina il resto", ha proseguito il premier, esortando tutti a mettere da parte le divisioni quando si tratta di lavorare su temi importanti, che valgono la stabilità e la crescita del Paese. Un appello rivolto a tutti a lavorare insieme, a superare le divisioni più strumentali e ideologiche, proprio come è stato fatto in Emilia Romagna.

Ma dal palco di Catania Giorgia Meloni ha modo anche di tornare sulle polemiche sollevate dalla sinistra sulla questione Rai, soprattutto a seguito dell'uscita di Fabio Fazio e Lucia Annunziata, che per lunghi anni sono stati volti riconducibili al servizio pubblico. Due uscite diverse, servite alle opposizioni per gridare alle liste di proscrizione e agli editti bulgari, tuttavia inesistenti. "Io non intendo sostituire un intollerante sistema di potere con un altro. Io voglio liberare la cultura italiana da un intollerante sistema di potere in cui non potevi lavorare se non ti dichiaravi di una certa parte politica", ha sottolineato il premier, sottintendendo quale fosse l'orientamento dei governi precedenti.

"Se nella Rai qualcuno deve misurarsi col merito e decide che non ce la fa e deve misurarsi con altro, non è un problema che possiamo porci noi", dice dal palco. Una evidente stoccata a Fazio e Annunziata, che hanno deciso di lasciare invece di confrontarsi con un sistema diverso dalla loro comfort zone alla quale erano abituati. E ribaltando le critiche e le accuse piovute addosso al governo nelle ultime settimane, scandisce: "Ci avevano detto che la sinistra aveva una egemonia culturale, ma non era egemonia culturale, era egemonia di potere.

E ora c'è nervosismo per la paura di perdere quel sistema di potere". Sono parole nette e definite quelle del presidente del Consiglio, dirette all'opposizione e alle sue battaglie strumentali e ipocrite che rischiano di distogliere l'attenzione dai veri problemi del Paese.

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