Ma guarda te: in Corea i parlamentari si menano in aula per le merendine

Botte da orbi a Seul tra maggioranza e opposizione durante la discussione sulla legge che regola i pasti e la ricreazione delle scuole elementari e medie. Le più accanite: le donne. E pensare che il parlamento coreano si chiama Dieta...

In discussione c'era la legge sulla distribuzione gratuita dei pasti nelle mense delle scuole pubbliche, ma la situazione è improvvisamente sfuggita ad ogni controllo, complice il nervosismo per la crisi intercoreana in corso, sfociando in una maxi rissa e trasformando il parlamento della Corea del Sud in un grande ring.
La miccia della scazzottata: diversi rappresentanti del partito al governo, il Grand National Party (Gnp) che si è opposto al provvedimento, hanno invaso il podio durante una fase del dibattito. I tafferugli, conditi da robusti spintoni anche da parte delle signore parlamentari, sono finiti solo quando alcuni esponenti della principale forza d'opposizione, i Democratici, sono riusciti a trascinare via di forza i rivalì, allontanandoli dal podio degli interventi. Come si fa al bar tra amici.
Il disegno che ha scatenato la rissa prevede che il governo fornisca pasti gratuiti a tutti gli studenti delle scuole elementari e medie a Seul, a partire dall'anno prossimo. Un onere che, secondo il Gnp del presidente Lee Myung-bak, dovrebbe essere sostenuto partendo dalle famiglie a reddito più basso e progressivamente esteso.


Gli scontri fisici in Parlamento nella Corea del Sud non sono una novità: l'anno scorso diversi onorevoli sono finiti in ospedale dopo una scazzottata scatenata dalla legge di riforma dei media, definita dall'opposizione «liberticida». Stavolta invece si sono menati per le merendine a scuola. E pensare che il parlamento corteano si chiama Dieta...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica