L'aviazione russa starebbe accumulando caccia ed elicotteri al confine con l'Ucraina. È questa l'ultima indiscrezione raccolta dal Financial Times, che cita fonti di intelligence dei Paesi Nato, preoccupate per gli ultimi sviluppi nella guerra tra Kiev e Mosca.
Secondo il quotidiano britannico, lo scopo della Russia sarebbe quello di supportare con le forze aeree un'offensiva di terra definita dal giornale "esitante". È per questo motivo che le forniture militari occidentali all'Ucraina sono aumentate a dismisura nelle ultime settimane, con l'incognita irrisolta dei jet richiesti dal presidente Zelensky a Usa ed Europa. Tale preoccupazione sarebbe stata esposta al segretario Usa alla Difesa, Lloyd Austin, in una riunione tenutasi oggi, martedì 14 febbraio, nel quartier generale della Nato.
Al termine dell'incontro Austin non ha confermato questi spostamenti. "Attualmente non li vediamo ancora, ma sappiamo che la Russia ha un numero considerevole di aerei nella sua disponibilità. Per questo enfatizziamo il fatto che dobbiamo fare tutto il possibile perchè l'Ucraina abbia le capacità di difesa aerea", ha spiegato. "L'Ucraina ha fatto un buon lavoro nell'intercettare i missili russi e vogliamo che abbiano tutti i mezzi per difendersi, anche nel caso in cui russi dovessero decidere di dispiegare l'aviazione".
Caccia russi al confine: battaglia aerea all'orizzonte
"È stato molto chiaro sul fatto che abbiamo un breve lasso di tempo per aiutare gli ucraini a prepararsi per un'offensiva e che hanno esigenze piuttosto specifiche", ha detto invece un alto funzionario dell'amministrazione statunitense raggiunto dal Ft. "Le forze terrestri russe sono piuttosto esaurite, quindi è la migliore indicazione che trasformeranno questa situazione in un combattimento aereo. Se gli ucraini vogliono sopravvivere... devono avere il maggior numero possibile di capacità di difesa aerea e di munizioni...", ha proseguito il funzionario.
Fino ad ora l'aviazione russa (in particolare i bombardieri strategici) ha agito a intervalli irregolari. Il Cremlino infatti ha preferito affidarsi ad artiglieria, missili a lungo raggio e fanteria, come si è visto nelle città devastate di Soledar e Bakhmut in Donbass, dove il conflitto si è trasformato in un'infinita e drammatica guerra di trincea.
Mosca starebbe quindi conservando il potenziale della sua air force: "Più dell'80% [della forza aerea russa] probabilmente è al sicuro e disponibile... Quindi ci aspettiamo che si stiano preparando a lanciare una campagna aerea e che stiano cercando di [disabilitare] le difese aeree ucraine con attacchi", ha riferito un diplomatico al Financial Times.
Da Bruxelles intanto è stato riaffermato il sostegno alla resistenza ucraina in funzione di un contrattacco che Kiev potrebbe sferrare nei mesi a seguire. "Il gruppo di contatto ha chiarito che sosterremo la lotta per la libertà dell'Ucraina fino a quando sarà necessario e che aiuteremo l'Ucraina a resistere e ad avanzare durante la controffensiva di primavera: con unità e urgenza, forniremo ancora una volta il sostegno che abbiamo promesso all'Ucraina e metteremo le capacità nelle mani delle forze ucraine addestrate", ha dichiarato il capo della Difesa Usa.
Le mosse di Putin
Le intenzioni di Putin potrebbero essere diverse. Uno degli scenari probabili è che l'esercito dello zar stia preparando un attacco di portata soprattutto simbolica per portare a termine il prima possibile gli obiettivi (la conquista del Donbass entro marzo) della cosiddetta operazione militare speciale, magari bombardando l'intero territorio dell'Ucraina nel giorno dell'anniversario della guerra, il 24 febbraio.
Questa ipotesi non introdurrebbe alcun elemento di novità rispetto al passato. Nei mesi scorsi infatti Mosca ha già risposto con questo tipo di rappresaglia. È successo ad esempio dopo l'esplosione al ponte di Kerch, in Crimea, a cui è seguita una sfilza di bombardamenti che ha messo in ginocchio le infrastrutture e le telecomunicazioni di Kiev.
Il ruolo della Bielorussia
Secondo un'altra previsione più pessimista, tuttavia, la Russia potrebbe ritentare un assalto simile a quello del 2022. Un'invasione totale dell'Ucraina, dunque su più fronti, stavolta con l'intervento diretto delle truppe bielorusse (un incontro tra Putin e Lukashenko sarebbe programmato per il 17 febbraio).
Minsk, che ospita migliaia di soldati russi, potrebbe servire anche come distrazione per confondere l'esercito ucraino. Gli esperti però smentiscono e, anzi, descrivono l'offensiva russa (forse già in atto) priva di spinta e limitata soltanto ad alcune zone di Donetsk e Luhansk, dove gli ucraini, ancora impegnati nei combattimenti, starebbero meditando una ritirata strategica.
"È improbabile che l'esercito russo utilizzi il personale mobilitato come rimpiazzo delle unità danneggiate in battaglia per generare capacità offensive sufficienti per un'avanzata meccanizzata rapida e su larga scala", si legge nel report quotidiano pubblicato il 14 febbraio dall'Institute for the Study of War (Isw).
C'è quindi grande attesa per il discorso sullo stato della nazione che il presidente russo Vladimir Putin terrà martedì 21 febbraio, a un anno
esatto da un altro discorso che ha cambiato il corso della storia d'Europa: quello sul riconoscimento delle repubbliche separatiste. La prossima settimana si preannuncia così decisiva per l'andamento futuro della guerra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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