Annunci, attacchi e smentite: i segnali dell'inizio della controffensiva

In atto la controffensiva voluta da Kiev. Non si tratterebbe però di un'operazione su vasta scala verso un'unica direttrice, ma di più operazioni per colpire in maniera minore ma su più aree del fronte

Annunci, attacchi e smentite: i segnali dell'inizio della controffensiva
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I segnali sull'inizio della controffensiva ucraina iniziano a essere molti. A livello politico, si registrano in particolare alcune dichiarazioni dopo che il presidente Volodymyr Zelensky, in un'intervista al Wall Street Journal, aveva affermato che il Paese è pronto a intraprendere l'attesa controffensiva di primavera. Gli hanno fatto seguito le frasi del ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che ha detto che Kiev ha armi a sufficienza per avviare le operazioni. Mentre dagli Stati Uniti, oltre alle parole del capo di Stato maggiore congiunto Mark Milley che ha parlato di Kiev ormai "ben preparata", si segnalano le dita incrociate diJoe Biden alla domanda dei giornalisti sull'imminente campagna militare ucraina. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ha poi detto che la sua amministrazione non intende dare definizioni sui movimenti sul fronte, perché spetta a Kiev "annunciare le operazioni militari". In ogni caso, nessuno al momento ha smentito - né dal governo ucraino né dal maggiore alleato - l'avvio delle operazioni.

Se queste sono le dichiarazioni che giungono dal mondo, lungo l'intera linea del fronte si sono registrati diversi movimenti. Segno che qualcosa si muove dopo mesi di stallo interrotti da attacchi mirati, raid, dai bombardamenti e da un'unica grande battaglia, quella di Bakhmut.

Il ministero della Difesa russo ha detto di avere sventato un assalto delle truppe ucraine da Donetsk a Zaporizhzhia. L'Ucraina, che in un primo momento ha accusato i nemici di volere distrarre l'attenzione dall'insuccesso che stanno registrando a Bakhmut, in quella che sarebbe una sorta di operazione psicologica, hanno poi ammesso di avere svolto delle "azioni offensive" in alcuni settori del Paese. Mosca punta in particolare l'attenzione sull'attacco (a suo dire sventato e con centinaia di perdite tra gli ucraini) che avrebbe coinvolto la direttrice terrestre che unisce Donbass e Crimea: una striscia di terra per premere infine su Mariupol e che per molti analisti è il vero obiettivo strategico di Kiev in quanto spezzerebbe il legame tra la madrepatria e la penisola del Mar Nero. Secondo la Difesa russa, l'attacco si sarebbe concentrato su Velyka Novosilka. Kiev ha smentito sia il numero di perdite che l'idea che fosse in atto una controffensiva così ampia in quello specifico settore.

Nel frattempo, è ripresa anche la battaglia di Bakhmut, confermata sia da parte ucraina che da parte di Evgenij Prigozhin, il capo dei contractors della Wagner. "In alcune aree stiamo procedendo con azioni offensive. In particolare, la direttiva di Bakhmut rimane epicentro delle ostilità. Lì ci muoviamo lungo un fronte abbastanza ampio. Abbiamo successo. Occupiamo le alture dominanti", ha detto il vice ministro della difesa di Kiev, Hanna Maliar, che ha accusato Mosca di voler distrarre l'opinione pubblica dagli insuccessi in questo settore. Mentre Prigozhin, che ha ceduto il controllo dell'area alle truppe regolari, aveva già detto nelle ore precedenti che un insediamento vicino alla città era stato riconquistato dagli ucraini.

Mentre per quanto riguarda il fronte meridionale, l'Ansa segnala che in Crimea, alcuni canali hanno trasmesso un video del ministero della Difesa ucraino che chiede il silenzio sulla controffensiva. Mentre il governatore della penisola, Sergey Aksenov, ha scritto su Telegram che nella notte tra il 4 e il 5 giugno "le forze di difesa aerea hanno abbattuto cinque droni nemici, altri quattro sono stati bloccati per mezzo di apparecchiature elettroniche".

Insieme a queste mosse sul fronte ucraino, si registrano poi altri tipi di manovre che indicano l'avvio di una controffensiva più complessa da parte di Kiev. Al Cremlino, preoccupa la situazione di Belgorod, la provincia russa diventata da alcune settimane centrale anche per quanto riguarda il fronte interno russo. Secondo il governatore dell'oblast, Vyacheslav Gladkov, il villaggio di Novaya Tavolzhanka è rimasto isolato per via dei bombardamenti. Il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, ha tenuto a precisare che Kiev è estranea a questo scontro, trattandosi di una battaglia tra l'esercito russo e il Corpo dei Volontari russi. Ma il governatore, poche ore prima, aveva lanciato un appello a tutti gli abitanti delle aree interessate da bombardamenti ucraini di lasciare le proprie case: vi sarebbero circa 4mila sfollati. I partigiani russi hanno accusato invece Mosca: "L'esercito di Putin continua il suo caotico bombardamento della regione di Belgorod. Cercando di colpire le nostre forze in ogni modo, il nemico sta inondando di fuoco gli insediamenti, incurante delle vittime civili".

Intanto, un attacco hacker

ha fatto sì che a Rostov, Voronezh e nella stessa regione di Belgorod venisse pubblicato un falso messaggio di Vladimir Putin che annunciava l'invasione di parte del territorio russo e la conseguente mobilitazione generale.

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