La battaglia a Gaza City, gli scontri con Hezbollah e la situazione umanitaria: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

Le Idf hanno circondato Gaza City. Decine di vittime tra i terroristi. Le Idf in due giorni hanno subito 18 perdite. Alta tensione al confine con il Libano: attacco su larga scala degli Hezbollah. Al valico di Rafah continua l'evacuazione ma è scontro tra esercito e Netanyahu sul carburante

La battaglia a Gaza City, gli scontri con Hezbollah e la situazione umanitaria: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas
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Nel 27esimo giorno di guerra, le truppe israeliane hanno chiuso la tenaglia attorno a Gaza City, epicentro dei combattimenti. Le forze dello Stato ebraico, inoltre, hanno aggiornato il numero degli ostaggi a 242 e hanno comunicato di aver distrutto 12mila obiettivi di Hamas dall'inizio del conflitto. Si è scaldata la situazione anche al confine con il Libano, che ha visto gli scontri più intensi dal 7 ottobre. Sul fronte umanitario, si sono registrate attriti tra esercito e Netanyahu per la fornitura di carburante all'interno della Striscia ed è continuata l'evacuazione attraverso il valico di Rafah dei palestinesi con doppia cittadinanza.

La battaglia nella Striscia: Gaza City accerchiata

L’esercito israeliano ha completamente circondato Gaza City, chiudendola in una tenaglia a nord e sud. I reparti delle Idf sono operativi all’interno del centro urbano e nella periferia. Nel pomeriggio fonti militari hanno riferito dell’eliminazione di 130 terroristi e della distruzione, tramite raid aerei e attacchi di elicotteri, di “quartier generali militari utilizzati da alti funzionari di Hamas e di infrastrutture situate in aree civili e basi militari”.

Attorno a mezzanotte, i terroristi hanno teso un’imboscata alla brigata Golani, ingaggiandola in una feroce e caotica battaglia durata tre ore. Gli uomini di Hamas hanno sfruttato i tunnel e attaccato i veicoli delle Idf con missili anticarro, mortai e droni.

Il bilancio delle vittime tra le fila dell’esercito ebraico negli ultimi due giorni è di 18 morti, tra cui il comandante del 53esimo battaglione della 188esima brigata corazzata Salman Habaka. Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è congratulato con l’esercito, affermando in un video che “abbiamo conseguito successi davvero impressionanti, siamo già più che alla periferia di Gaza City. Stiamo facendo progressi. Niente ci fermerà”.

Fronte nord incandescente: gli scontri con Hezbollah

La situazione al confine nord di Israele si è fatta incandescente. Gli Hezbollah e le unità di Hamas presenti nel Paese hanno lanciato una serie di attacchi durante tutta la giornata. In particolare, nel pomeriggio i miliziani del Partito di Dio hanno annunciato di aver assalito contemporaneamente 19 postazioni delle Idf lungo la frontiera tra i due Paesi. Negli attacchi sono stati utilizzati missili e, per la prima volta, due droni carichi di esplosivi.

In risposta, le forze israeliane hanno dato il via ad una serie di massicci bombardamenti con carri armati, artiglieria e aerei da combattimento, bersagliando quartier generali militari, postazioni di lancio di razzi, siti di stoccaggio di armi, complessi e altre infrastrutture appartenenti al gruppo terroristico.

Gli affiliati di Hamas stanziati nel Paese dei Cedri hanno lanciato un missile contro villaggio di Kityat Shmona, vicino all'aeroporto Ben Gurion nella zona centrale di Israele. I servizi di emergenza dello Stato ebraico hanno comunicato che vi sono due feriti, un 25enne colpito da una scheggia e un uomo di 40 anni.

Situazione umanitaria: il valico di Rafah e il nodo carburante

Gli Stati Uniti hanno dichiarato che faranno pressione su Israele affinché conceda brevi pause nelle operazioni militari per garantire l’esfiltrazione in sicurezza degli ostaggi e dei feriti. Fonti dell’amministrazione hanno riferito che sarà il segretario di Stato Antony Blinken ad occuparsene.

Per quanto riguarda la situazione al valico di Rafah, entro la serata di oggi saranno 400 le persone con doppio passaporto a cui sarà concesso il passaggio, assieme a 60 feriti palestinesi gravi. Washington ha comunicato che, al momento, sono 74 gli americani usciti dalla Striscia. La Farnesina, invece, ha reso noto che una bambina italiana di 6 anni ha lasciato l’exclave assieme alla madre palestinese.

Inoltre, il capo di Stato maggiore delle Idf Herzi Halevi ha affermato che Israele invierà carburante agli ospedali quando esso finirà. Il processo avverrà sotto la supervisione delle autorità ebraiche, che faranno di tutto “per garantire che non serva agli obiettivi militari di Hamas”.

L’ufficio del premier Netanyahu ha però comunicato di non aver approvato un’operazione del genere. Secondo le stime Usa, attualmente Hamas trattiene circa il 40% dei 500mila litri di benzina presenti a Gaza.

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