Le Forze della difesa israeliana (Idf) hanno arrestato nella notte tra domenica e lunedì l'attivista palestinese Ahed Tamimi. Lo riporta il quotidiano Haaretz spiegando che Tamimi è stata presa in custodia nel villaggio di Nabi Salih, in Cisgiordania, vicino a Ramallah, dopo aver minacciato di uccidere coloni ebrei. "Il nostro messaggio alle mandrie di coloni è che vi aspettiamo in tutte le città, da Hebron a Jenin. Vi massacreremo e voi direte che ciò che Hitler vi ha fatto è stato un scherzo. Berremo il vostro sangue e mangeremo i vostri teschi. Andiamo, vi aspettiamo", si legge nel post di Tamimi, scritto in ebraico e arabo. È stata "arrestata una terrorista", ha scritto in un tweet il ministro della Sicurezza nazionale israeliana Itamar Ben-Gvir, che ha elogiato i soldati israeliani.
Come raccontato dal Giornale, l'attivista, oggi 21 anni, proviene da un piccolo paese della Cisgiordania, Nabi Saleh, abitato da meno di 500 persone e circondato da insediamenti israeliani. Negli anni passati le sue uscite a favore di telecamera erano diventate celebri. Si avvicinava ai soldati mostrando i pugni, la combinazione fra la grinta e l'aspetto angelico risultavano mediaticamente irresistibili, tanto che alcuni giornali l'avevano ribattezzata la "Giovanna d'Arco" dei palestinesi, e ne parlavano come di una "eroina palestinese conosciuta in tutto il mondo". L'episodio che l'aveva portata in carcere risaliva al 19 dicembre quando, al culmine delle proteste innescate dalla decisione di Donald Trump di trasferire l'ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, aveva schiaffeggiato, spintonato e preso a calci due soldati israeliani che si trovavano accanto alla casa di famiglia. I due militari, ai quali la giovane aveva intimato di andarsene, non hanno reagito a quella che sembrava più una provocazione che un tentativo di fare del male. L'incidente però era stato ripreso con il telefonino e rilanciato su Internet, acquistando grande popolarità. Pochi giorni dopo l'esercito israeliano aveva arrestato la ragazza. La famiglia Tamimi non era nuova alle proteste: Bassem, il padre, è un noto esponente di al-Fatah, il partito del presidente dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Abu Mazen, e giocava un ruolo importante nelle proteste a Nabi Salih, villaggio 20 km a nord-ovest di Ramallah. La figlia Ahed già nel 2012 era stata ripresa mentre agitava il pugno contro soldati israeliani, guadagnandosi così un incontro con l'allora premier turco, Recep Tayyip Erdogan.
Ancora, nel 2015 era stata fotografata mentre mordeva la mano di un militare nel tentativo di impedire l'arresto del fratello. Anche in Israele il video era diventato un caso: alcuni lodavano la capacità dei soldati di non reagire e altri li criticavano per essersi dimostrati deboli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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