Il blitz nell'ospedale, il nodo ostaggi e il carburante: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

I soldati delle Idf hanno fatto il loro ingresso nell'ospedale Al-Shifa. Le trattative sugli ostaggi mediate dal Qatar si sono arenate. È entrata nella Striscia la prima autocisterna carica di carburante

Il blitz nell'ospedale, il nodo ostaggi e il carburante: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas
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Nel 40esimo giorno dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas, le truppe dell'Idf sono entrate nell'ospedale Al-Shifa per "un'operazione mirata" in un settore specifico della struttura. Testimoni sul posto hanno riferito di soldati all'interno della struttura e di carri armati nel cortile. Sul fronte diplomatico, si è arenato un nuovo tentativo del Qatar di far raggiungere alle due parti in guerra un'intesa sul rilascio degli ostaggi. Dal valico di Rafah è entrata nella Striscia la prima autocisterna carica di carburante destinato all'Unrwa, scatenando le proteste dei ministri israeliani.

Blitz nell'ospedale Al-Shifa: soldati Idf nel "comando del terrorismo"

Almeno 100 soldati dell’esercito israeliano sono entrati nell’ospedale Al-Shifa, ritenuto il centro di comando di Hamas nella Striscia. Fonti delle Idf hanno definito il blitz “un’operazione mirata” in un settore preciso della struttura, il che fa supporre che gli uomini dello Stato ebraico sapessero con precisione cosa cercare e dove. A sostegno di questa tesi, un funzionario israeliano rimasto anonimo ha sottolineato che “la decisione di entrare ad Al-Shifa è stata presa solo sapendo cosa ci fosse e dove si trovava, come abbiamo fatto all'ospedale Rantisi”. La stessa fonte ha affermato che “l’operazione sarà ampliata se necessario”.

Il portavoce delle Forze di difesa Daniel Hagari ha confermato che l’esercito ha trovato prove concrete dell'utilizzo della struttura come "comando del terrorismo" da parte di Hamas in "un'area specifica”. L’organizzazione terroristica ha smentito, affermando che ritrovamenti di armi nell’Al-Shifa da parte delle Idf “è una continuazione delle bugie e della propaganda a buon mercato” per giustificare “i crimini genocidi” dello Stato ebraico. Nel pomeriggio, Hamas ha dichiarato l’Al-Shifa sotto il completo controllo dell’esercito ebraico. “Riteniamo l'occupazione israeliana pienamente responsabile della vita e la sicurezza del personale medico, i feriti, i malati, i bambini prematuri e gli sfollati”, ha fatto sapere l’organizzazione palestinese in una nota.

Verso sera, le Idf hanno comunicato la continuazione delle operazioni nell'ospedale, rendendo noto che all'interno del reparto di risonanza sono stati trovati "mezzi da combattimento, materiale di intelligence e militare di Hamas".

Trattative sugli ostaggi ferme: fallisce la proposta del Qatar

Il Qatar ha avanzato un’altra proposta per il rilascio degli ostaggi, coordinandosi con gli Stati Uniti. L’accordo presentato da Doha prevederebbe la liberazione di 50 civili in cambio di un cessate il fuoco di tre giorni e della scarcerazione di un numero imprecisato di donne e minori detenuti nelle carceri israeliane.

Hamas ha fatto sapere di aver accettato le linee generali della proposta, chiedendo però un’interruzione dei combattimenti per cinque giorni. Una condizione, questa, inaccettabile per Israele. L’impossibilità di raggiungere un’intesa sul cessate il fuoco ha fatto entrare in crisi le trattative e l’organizzazione terroristica ha accusato Tel Aviv di “di temporeggiare mentre continua la sua aggressione e guerra contro civili indifesi”.

Prima consegna di carburante nella Striscia: insorgono i ministri israeliani

Per la prima volta dal 7 ottobre, un’autocisterna carica di carburante è entrata a Gaza dall’Egitto. Ne ha dato notizia una fonte della Mezzaluna Rossa egiziana. Fino a questo momento, l’esercito israeliano aveva interdetto l’ingresso di benzina e diesel nell’exclave, per non correre il rischio che finisse in mano ai terroristi. L’Unrwa, però, ha dichiarato che 25mila litri consegnati oggi “non sono assolutamente sufficienti” e che coprono solo il 9% del fabbisogno necessario alle attività basilari dell’agenzia.

La decisione di permettere l'ingresso di carburante Gaza ha scatenato le proteste dei ministri israeliani contro Netanyahu.

Itmar Ben Gvir, titolare del dicastero per la Sicurezza interna ed esponente dell'estrema destra, ha scritto su X "Diesel=arma". Miri Regev, ministro dei trasporti e membro del Likud, il partito del premier, ha affermato che "il carburante per l'Unrwa è carburante per Hamas".

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