Bombe sui civili: strage a Chernihiv

Colpiti l’università e il teatro: almeno 7 morti e 129 feriti. Kiev: «Mosca terrorista»

Bombe sui civili: strage a Chernihiv
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ncora una strage. Ancora una volta vittime civili che nulla hanno a che fare con la guerra. Per l’ennesima volta un attacco senza senso e un tentativo di giustificazione che sa di patetico.
Abituarsi a questa scia di sangue non è possibile e in qualche modo significherebbe giustificarla e normalizzarla. Ma non c’è nulla di normale nei missili che ieri hanno colpito la città di Chernihiv, nell’Ucraina settentrionale, a centinaia di chilometri dal fronte. Il bilancio è pesantissimo: almeno 7 morti tra cui una bambina e circa 129 persone ferite tra cui alcuni gravi.
Nel mirino sono finiti la piazza centrale, l’università e un teatro e visti gli effetti del raid, poco conta che stesse ospitando un raduno di produttori di droni e scuole di addestramento di ricognizione aerea.
Le forze russe hanno marciato su Chernihiv quando hanno invaso l’Ucraina il 24 febbraio 2022, poi sono respinti dalle forze di Kiev e l’Ucraina settentrionale è stata di fatto risparmiata dai combattimenti. Fino a ieri.
Come spesso accade in una guerra che si combatte nel 2023, a fugare ogni dubbio su cosa sia accaduto e come, ci sono foto e video pubblicate sui social pochi istanti dopo le esplosioni. C’è la ragazza che si mette in posa per una foto, quando alle sue spalle un missile distrugge il teatro.
C’è la webcam, che mostra il razzo che sventra un edificio. E poi ci sono tante istantanee terribili. Come quella dell’uomo, con le mani sul capo, che veglia la moglie rimasta uccisa. Molte persone si trovavano nel centro della città per l’Apple Feast Day, una festa ortodossa che si celebra in varie città dell’Ucraina. Ecco perché le ragioni di Mosca suonano come quelle del furfante colto con le mani nel sacco.
«L’attacco ha colpito il luogo di ritrovo di specialisti militari», scrive l’agenzia di Stato, glissando ovviamente sulle vittime civili. Peraltro, si tratta dello stesso Stato, la Russia, che bolla come terrorismo qualsiasi azione da parte di Kiev, anche su obiettivi militari, per poi cercare ragioni alle sue stragi.
Ragioni che non convincono nessuno. La coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per l’Ucraina ha definito «atroce» l’attacco russo a Chernihiv e ha chiesto a Mosca di «porre fine ai raid su aree popolate. Condanno questo schema ripetuto di attacchi russi mentre la gente passeggia e alcuni vanno in chiesa per celebrare una giornata religiosa», ha detto Denise Brown.
Durissimo il commento del consigliere presidenziale Podolyak: «Un altro sanguinoso attacco terroristico russo in un giorno libero, quando le famiglie camminano per la città con i bambini. La guerra può finire senza punire i criminali di guerra? Qualsiasi riconoscimento dei terroristi contribuirà solo alla legalizzazione dei metodi terroristici». Il ministro dell’Interno di Kiev Igor Klymenko spiega: «Un attacco in un sabato mattina festivo con la gente stava uscendo dalla chiesa con ceste di mele consacrate». «Un attacco terroristico, un crimine di guerra contro i civili», lo definisce il sindaco ad interim di Chernihiv Oleksandr Lomako.
Una strage, mentre il presidente Zelensky, che ha commentato con sdegno l’ennesimo attacco russo, era in Svezia dove ha incontrato il governo e la famiglia reale e ha discusso anche della possibile fornitura del Paese scandinavo dei caccia Gripen di realizzazione svedese. «Sono sicuro che i Gripen possono rendere la nostra libertà molto più sicura. Sono già iniziate le prove con i piloti ucraini», ha detto confermando anche il probabile arrivo a Kiev dei veicoli blindati CV-90.
Il presidente russo Putin invece ha incontrato i vertici militari nella postazione di comando di Rostov sul Don.
Allarmi e attacchi si sono susseguiti tutto il giorno in Ucraina ma anche nei pressi di Mosca, ancora una volta nel mirino dei droni di Kiev. Intanto il ministro degli Esteri russo Lavrov, come ciclicamente è solito fare, torna ad agitare lo spettro nucleare «per garantire la protezione della sovranità e l’integrità territoriale dello Stato e prevenire l’aggressione contro la Russia».
Eh, si.

Perché nel mondo al contrario raccontato dalle parti del Cremlino, la Russia non è carnefice ma vittima, di cosa non si sa. Ma lontano dalla Piazza Rossa ci sono decine di Chernihiv e centinaia di vittime innocenti. E a quella narrazione non crede nessuno.

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