Il conflitto tra Israele e Hamas non è una novità. Lo Stato ebraico ha già condotto numerose operazioni nella Striscia di Gaza e conosce bene il territorio. In un conflitto, però, bisogna sempre considerare l’imprevisto perché, per citare il famoso generale prussiano Helmuth Karl Bernhard von Moltke, “nessun piano sopravvive al contatto con il nemico”.
La strategia delle Idf, al momento, sembra concentrata sull’isolare sezioni dell’enclave palestinese: la popolazione è stata invitata a recarsi nella parte meridionale della Striscia, che dovrebbe essere separata dalla zona nord in cui avverrà la maggior parte dei combattimenti. L’area che va dal Wadi Gaza al confine settentrionale dovrebbe poi essere divisa in "quadrati" dai lati irregolari, al cui interno i soldati israeliani neutralizzeranno le unità nemiche casa per casa.
Solo nella notte tra il 27 e il 28 ottobre le truppe di Israele sono entrate in forze nella Striscia. Nei venti giorni precedenti, l’aviazione ha stravolto il paesaggio urbano di Gaza con continui raid aerei contro centri di comando, depositi di armi, siti missilistici e tunnel sotterranei, in modo da preparare al meglio il territorio per le azioni delle truppe di terra.
Ora che si è entrati in “una nuova fase”, gruppi di circa 100-200 soldati, supportati dai tank e dai blindati, punteranno alla distruzione degli edifici elevati e delle strutture in grado di aiutare i terroristi nella lunga battaglia per il controllo della Striscia. Accanto a questi gruppi tattici, i bulldozer corazzati rimuoveranno le palizzate, copriranno ingressi di nascondigli ed erigeranno sbarramenti nel caso in cui Hamas faccia ricorso a mezzi kamikaze.
La maggior parte dei militari chiamati per combattere questa guerra è composta da riservisti, in un rapporto di circa due a uno rispetto ai soldati di carriera. È probabile che le Idf integreranno i plotoni con personale di maggiore esperienza. Inoltre, lo Stato ebraico ha schierato il meglio del suo esercito: l’unità d’élite del genio Yahalom, esperta di combattimento nei tunnel, e la Oketz con i cani dotati di telecamere mandati in avanscoperta; elementi delle forze speciali Duvdevan, Maglan, Egoz e Maktal, che agiranno sul fronte di terra; i commando dell’aeronautica della Shaldag e la Flottiglia 13 della marina, in cui in passato ha militato anche l’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu.
Queste squadre speciali non combatteranno in prima linea con il grosso dell’esercito, ma saranno impiegate per missioni specifiche come l’eliminazione di bersagli di alto livello. Operazioni, queste, che rientrano nella strategia della decapitazione che, fino a questo momento, avrebbe portato all’uccisione di una quarantina di persone tra le alte sfere del movimento terroristico.
I circa 20-30mila uomini di Hamas si trovano sotto il fuoco da ogni fronte: terra, mare e aria. Il loro obiettivo è logorare gli israeliani sfruttando la rete di tunnel, le trappole, i cecchini e il reticolo di case nelle aree densamente urbanizzate della Striscia, in modo da costringere Tel Aviv ad arrivare a un cessate il fuoco.
Secondo il New York Times, che cita fonti arabe, hanno scorte per 3-4 mesi. Netanyahu aveva detto che sarebbe stata "una guerra lunga", ma sembra che per Israele si sia arrivati a un punto di non ritorno: Hamas verrà sradicato da Gaza una volta per tutte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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