L’Iran non ha ancora risposto all’attacco israeliano su Damasco che ha provocato la morte di tre alti ufficiali del pasdaran. Mentre si attende la mossa militare e Tel Aviv si prepara allo scontro, il primo passo della Repubblica islamica sembra essere politico. Il comandante della marina dei Guardiani della rivoluzione Alireza Tangsiri ha infatti invocato la creazione di una grande coalizione musulmana contro lo Stato ebraico.
"L'unico modo per combattere i sionisti è formare una coalizione di eserciti islamici", ha dichiarato. “Mi rivolgo ai Paesi islamici che pensano che i sionisti siano in realtà loro amici, se il nostro grande profeta fosse qui e vedesse questi crimini, rimarrebbe in silenzio oggi?”. Difficilmente, però, il suo appello troverà terreno fertile in Medio Oriente. L’Iran, infatti, è l’unico Paese persiano e a maggioranza sciita dell’area. La sua opera di creazione o supporto di svariati movimenti terroristici nell’area, come gli Houthi o gli Hezbollah, non ha certo giovato alla sua immagine. L’unico governo alleato degli ayatollah è il regime di Bashar al-Assad ed è molto improbabile che si imbarchi in un’avventura militare contro Israele con la nazione ancora non completamente pacificata.
Prima dell’inizio della guerra contro Hamas, inoltre, molti Stati musulmani avevano iniziato un lungo processo di distensione dei rapporti con Tel Aviv. Nel 2020, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno firmato gli Accordi di Abramo e passi avanti notevoli erano stati fatti anche nelle relazioni con l’Arabia Saudita. Vi è la possibilità che questi dialoghi riprendano alla fine del conflitto, dopo l’immediato periodo post-bellico. È quindi improbabile che le altre capitali dell’islam vogliamo invertire questa rotta per schierarsi al fianco dell’Iran. Bisogna inoltre considerare i legami che queste hanno con gli Stati Uniti, alleato dello Stato ebraico, e il fatto che, nella mente degli ayatollah, un’eventuale coalizione vedrebbe al vertice proprio i pasdaran. Una situazione, questa, che sarebbe decisamente invisa ai sunniti.
Le parole di Alireza Tangsiri potrebbero anche essere viste in un’ottica di tentennamento. Un attacco diretto a Israele, infatti, trascinerebbe anche Washington in un conflitto da cui Teheran e il regime di Khamenei uscirebbero sconfitti.
La sopravvivenza della Repubblica islamica, dunque, dipenderà nel prossimo futuro dal modo in cui i Guardiani della rivoluzione decideranno di rispondere all’attacco di Damasco. Secondo l’amministrazione Biden, “la vendetta inevitabile” annunciata dal capo delle forze armate iraniane Mohammad Bagheri consisterà in un attacco con droni e missili da crociera, i cui obiettivi sono al momento sconosciuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.