Israele ha confermato l'uccisione di Rafa'a Salameh, comandante della Brigata Khan Younis di Hamas, avvenuta in seguito ad un attacco aereo che, nelle scorse ore, ha colpito il sud della Striscia di Gaza. L'esercito israeliano (Idf) e lo Shin Bet, in una dichiarazione congiunta, hanno ufficializzato la morte di Salameh nel raid che ha colpito al-Mawasi, vicino Khan Yunis. L'Idf ha fatto sapere che l'uomo era "uno dei più stretti collaboratori" di Mohammed Deif, il capo dell'ala militare del gruppo filo palestinese, ed "era una delle menti del massacro del 7 ottobre". La sua uccisione è un "colpo significativo alle capacità militari di Hamas", hanno proseguito le forze di Tel Aviv, che non hanno invece riportato novità su un'eventuale uccisione di Deif, altro grande nemico pubblico numero uno del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu.
Il raid di Israele e l'uccisione di Rafa'a Salameh
Secondo le Idf, l'uccisione di Salameh avrebbe inflitto un enorme danno alle capacità militari di Hamas. Anche Deif si trovava sul posto dell'attacco, sebbene l'esercito di Israele non abbia ancora ricevuto la conferma definitiva della sua morte nel blitz. In base a quanto ricostruito da Tel Aviv, Salameh si unì ad Hamas nei primi anni '90 e in seguito gli fu assegnato il comando del battaglione al-Qarara della Brigata Khan Younis. Le Idf hanno sottolineato che ha "svolto un ruolo significativo" nel rapimento del soldato israeliano Gilad Shilat nel 2006 e che, nella guerra del 2014, era al comando dei "piani di supporto al combattimento e difensivi" di Hamas. Nel 2016, lo stesso Salameh ha sostituito Mohammed Sinwar, fratello del leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar, alla guida della Brigata Khan Younis.
Le autorità sanitarie di Gaza hanno dichiarato che più di 90 persone sono state uccise e circa 300 ferite. Tra i morti ci sarebbero anche diversi operatori di pronto soccorso, mentre gli ospedali locali non sono in grado di gestire l'afflusso di civili. Funzionari israeliani hanno affermato che Deif e Salameh si trovavano in un "complesso operativo" recintato e relativamente isolato, composto da piccoli edifici e capannoni situato proprio nella periferia occidentale di Khan Younis, al confine con quella che Israele ha designato la "zona sicura" umanitaria di Al-Mawasi.
"Se Hamas pensa di poter costruire un complesso in questa zona e noi non lo colpiremo... si sbagliano", ha dichiarato un anonimo funzionario militare israeliano citato dal Financial Times. Secondo un portavoce della difesa civile palestinese locale, gli attacchi aerei delle Idf avrebbero preso di mira sia un gruppo di tende piene di sfollati, sia un'abitazione separata situata a una certa distanza.
L'obiettivo di Tel Aviv
Deif, secondo solo a Yahya Sinwar nella gerarchia di Hamas, è da anni in cima alla lista dei più ricercati da Israele e si ritiene che in passato sia sfuggito a diversi tentativi di assassinio israeliani. Si nasconde da più di 20 anni e si ritiene che sia paralizzato. Una delle uniche immagini conosciute di lui è la foto di un documento d'identità di 30 anni fa rilasciata da Israele. Anche a Gaza solo poche persone lo riconoscerebbero. "Voglio assicurarvi che in un modo o nell'altro raggiungeremo i vertici di Hamas", è la promessa fatta da Netanyahu. "Deif è un maestro degli omicidi, il capo di Stato maggiore di Hamas, il numero 2 della catena di comando. È il pianificatore e il leader del massacro del 7 ottobre e di molti altri attacchi. Le sue mani sono coperte dal sangue di molti israeliani", ha aggiunto il premier, dicendo di aver approvato l'attacco una volta accertato che non ci fossero ostaggi nell'area.
L'attacco israeliano a Khan Yunis è giunto in un momento delicato dei negoziati per un cessate il fuoco. L'Egitto - che con Qatar e Usa e fra i Paesi mediatori che stanno provando a negoziare una soluzione al conflitto - nel condannare l'attacco ha affermato che "queste continue violazioni contro i cittadini palestinesi aggiungono serie complicazioni alla capacità degli sforzi attualmente in corso per raggiungere la calma e il cessate il fuoco".
Un'eventuale morte di Deif potrebbe consegnare a Israele una vittoria importante e infliggerebbe un duro colpo psicologico a Hamas.
Potrebbe anche dare a Netanyahu una possibilità di apertura: lui ha dichiarato che non porrà fine alla guerra finché le capacità militari di Hamas non saranno distrutte, e la morte di Deif potrebbe costituire un passo significativo in questa direzione. Ma l'uccisione di Deif potrebbe anche rischiare di incoraggiare Hamas a irrigidire le sue posizioni nei colloqui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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