Controlli medici, compresi test di gravidanza per le donne, stanze private in strutture riservate, assistenza psicologica e rialimentazione per gradi. Il Ministero della Salute di Tel Aviv ha reso noto il protocollo medico che sarà applicato agli ostaggi, una volta che l'accordo con Hamas entrerà in vigore. Nelle ultime settimane, il centro medico Sheba e l'ospedale Ichilov hanno tenuto colloqui per garantire la massima preparazione ad accogliere gli ostaggi liberati dalla prigionia.
Al di là degli aspetti sanitari, l'obiettivo del governo israeliano è anche quello di provvedere alle immediate esigenze materiali degli ostaggi. C'è un intero paniere di supporto che è stato preparato per chi farà ritorno a casa, da una sovvenzione immediata di 10.000 NIS (2.700 $) per le necessità immediate, a una sovvenzione per rapito di 50.000 NIS (13.800 $) per le cure mediche e il riconoscimento incondizionato dello stato di invalidità del 50 percento.
Il piano sanitario si reggerà invece su tre pilastri: assistenza medica iniziale, trattamento personalizzato e sostegno a lungo termine. Sei gli ospedali designati per l'assistenza, tutti nei pressi di Gaza per consentire interventi d'urgenza, post-liberazione. Gli ospedali Sheba, Ichilov e Beilinson sono attrezzati per la terapia intensiva. In ogni struttura sono state predisposti reparti speciali, separati dal resto dei pazienti, in cui ogni ostaggio sarà ospitato assieme ai familiari. Il Ministero raccomanda un periodo minimo di ricovero di quattro giorni, ma saranno poi gli ostaggi stessi e le loro famiglie a decidere.
Gli ostaggi che torneranno a casa presenteranno lesioni multisistemiche, sia fisiche che psicologiche: grave malnutrizione, ferite non curate e profondi traumi psicologici, tra cui il disturbo da stress post-traumatico. I sopravvissuti e le loro famiglie spesso sperimentano sensi di colpa e pensieri tormentosi, soprattutto perché alcuni parenti, amici o compagni di prigionia rimangono in prigionia in condizioni insopportabili. Questo peso emotivo complica il processo di guarigione, poiché molti lottano per conciliare la propria libertà con la sofferenza degli altri. Le lesioni fisiche, come fratture e danni ai nervi, se non curate provocano disabilità a lungo termine.
La fase iniziale prevede un esame fisico completo, che include una valutazione di eventuali ferite o contusioni. Verranno eseguiti esami del sangue per rilevare infezioni, livelli di emoglobina conte piastriniche e altri indicatori di carenze nutrizionali, squilibri elettrolitici e funzionalità epatica e renale. Vengono inoltre testati i livelli di vitamina D, che possono calare dopo lunghi periodi di oscurità. A causa delle gravi ferite inflitte durante il rapimento e delle dure condizioni sopportate nei tunnel di Hamas, tutti gli ostaggi verrano sottoposti a valutazioni ortopediche dettagliate. Coloro che soffrono di patologie croniche riceveranno ulteriori consulenze con specialisti.
Agli ospedali designati è stato chiesto di creare un equipe medica per ogni ostaggio liberato, con medici generici, infermieri e specialisti. Vi saranno poi assistenti sociali che si faranno carico delle valutazioni di tipo psicologico o psichiatrico.
Nutrizionisti controlleranno peso e altezza, e prepareranno piani alimentari, inizialmente con piccole porzioni di cibo ad alto contenuto di liquidi e proteine ma a basso contenuto di carboidrati. Una volta dimessi, agli ostaggi sarà assegnato un assistente domiciliare di riferimento che si occuperà di seguirli e organizzare le terapie necessarie nei mesi e negli anni a venire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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