Così Kiev ha violato la Crimea: cosa svelano le foto del sottomarino russo distrutto

La presenza in rete di queste immagini potrebbe far pensare alla presenza di agenti ucraini nel porto militare di Sebastopoli. Intanto, continua la guerra navale nel mar Nero e i russi subiscono altre perdite

Così Kiev ha violato la Crimea: cosa svelano le foto del sottomarino russo distrutto
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Sono emerse su X (Twitter) le foto del sottomarino russo classe Kilo “Rostov-sul-Don” danneggiato durante l’attacco ucraino al porto militare di Sebastopoli nella notte tra il 12 e il 13 settembre. Dalle immagini si possono notare gli squarci sulla parte laterale e superiore della chiglia, dovuti all’impatto con i missili inglesi Storm Shadow. L’imbarcazione dovrà restare in cantiere per molto tempo, lontana dal teatro di guerra del mar Nero.

Le fotografie, però, raccontano anche qualcos’altro. Sono state scattate in prossimità del sommergibile e tutto ciò che lo circonda è stato sfocato. Potrebbe essere una fuga di notizie, da smartphone di soldati oppure operatori del porto russi, dovuta alle troppe condivisioni o a un’intercettazione da parte dei servizi ucraini, e il blur potrebbe essere stato applicato da qualche utente pro-Mosca più coscienzioso di altri. Oppure si potrebbe ipotizzare la presenza di partigiani pro-Kiev o di veri e propri agenti dell’Sbu (Servizio di sicurezza per l’Ucraina) all’interno dell’installazione militare russa. In questo caso, la sfocatura servirebbe a proteggere la fonte delle preziose informazioni.

La situazione operativa e i risultati ottenuti dagli ucraini con quel bombardamento sembrano far propendere per la seconda ipotesi. Durante l’attacco, il sistema Starlink era inaccessibile. L’esercito di Kiev dipende molto dai satelliti forniti da Elon Musk, tanto da definirli “il nostro ossigeno”. Inoltre, stando a quanto riferito dal tycoon sudafricano, la sua rete non coprirebbe le zone sotto il controllo russo, tra cui vi è anche la Crimea.

Per quanto riguarda gli armamenti utilizzati, i missili Storm Shadow a disposizione dell’Ucraina sono pochi e vengono utilizzati solamente per colpire obiettivi di elevata importanza. I militari di Kiev, dunque, dovevano avere la certezza della presenza di un sottomarino e di una nave da sbarco in riparazione all’interno di un bacino di carenaggio e, quindi, impossibilitate ad allontanarsi dal porto. Informazioni del genere potrebbero provenire da una fonte in loco.

L’esercito ucraino ha ottenuto una grande vittoria nella sua peculiare guerra navale senza una flotta. I sommergibili rimasti a disposizione di Mosca nel mar Nero sono solo tre, il che renderebbe difficile al comando russo l’imposizione di un blocco navale totale lungo la costa del Paese invaso. In più, il successo del raid ha avuto un forte impatto psicologico sulle forze di Mosca. Sebastopoli, infatti, è il principale hub per il rifornimento e le riparazioni della flotta del mar Nero, divenuto ancora più importante da quando i russi hanno deciso di adottare una postura difensiva nella guerra navale. L’attacco ha dimostrato che neanche le loro basi fondamentali sono al sicuro.

Dopo lo smacco di Sebastopoli, altre navi di Mosca sono finite vittime degli ucraini. I droni kamikaze di Kiev sono riusciti a danneggiare la fregata “Ammiraglio Makarov” e la corvetta “Samum”, trainate in porto da rimorchiatori.

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