La proposta di Hamas: "Ecco le nostre condizioni per il disarmo"

L'organizzazione terroristica sarebbe pronta a convertirsi in partito politico e a unirsi all'Olp per creare un governo unificato palestinese

La proposta di Hamas: "Ecco le nostre condizioni per il disarmo"
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Hamas sarebbe pronto a deporre le armi se verrà creato uno Stato palestinese. Questo scenario è stato descritto all’Associated Press dall’alto funzionario politico del movimento Khalil al-Hayya, sullo sfondo di negoziati in completo stallo e con l’attacco israeliano a Rafah ormai imminente.

Il rappresentante dei terroristi ha dichiarato che l’organizzazione sarebbe disposta ad accettare una tregua di cinque anni con lo Stato ebraico e a convertirsi in partito politico nel caso in cui la comunità internazionale riuscisse a convincere Tel Aviv a concedere la formazione di “uno Stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e il ritorno dei profughi palestinesi in conformità con le risoluzioni internazionali” lungo i confini di Israele precedenti il 1967. Khalil al-Hayya ha affermato anche che, in quel caso, Hamas si unirebbe all’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) guidata dalla fazione rivale Fatah, al fine di formare un governo unificato per la Striscia e i territori a ovest del Giordano.

La possibilità del disarmo delle brigate al-Qassam in cambio della creazione di uno Stato palestinese era stata ventilata anche dal Qatar, ma è improbabile che Tel Aviv prenda in considerazione uno scenario del genere. Il governo presieduto da Benjamin Netanyahu ha infatti promesso di schiacciare l’organizzazione terroristica e si è detto più volte fermamente contrario alla formazione di un’entità politica palestinese sui territori conquistati da Israele durante la guerra dei sei giorni. Il fatto che Hamas si sia detto pronto a deporre le armi potrebbe essere un sintomo di preoccupazione per l’imminente attacco a Rafah. La città al confine con l’Egitto è l’ultima roccaforte dell’organizzazione nella Striscia. Le Idf hanno iniziato a evacuare i civili e presto invaderanno il luogo per spazzare via i quattro battaglioni del movimento islamista sopravvissuti a questi mesi di guerra.

Oltre alle difficoltà militari, anche a livello politico i terroristi stanno attraversando un momento difficile. Pare infatti che presto la leadership politica del movimento lascerà il Qatar per rifugiarsi in un altro Paese.

Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, i capi di Hamas avrebbero subito minacce di espulsione proprio dalle autorità dell’Emirato qualora non dovessero accettare un accordo sugli ostaggi con Israele. L’irrigidimento delle due parti sulle proprie posizioni, però, rende ad oggi la possibilità di un’intesa decisamente lontana.

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