Ecco perché la Russia non vuole la pace e non accetterà la tregua proposta dagli Usa

Le condizioni sul campo, la narrazione del Cremlino, ma soprattutto gli obiettivi che Mosca si è posta dimostrano che la Russia non vuole la pace e non è interessata a una tregua in Ucraina

Ecco perché la Russia non vuole la pace e non accetterà la tregua proposta dagli Usa

Quanto uscito del recente vertice Usa-Ucraina di Gedda (Arabia Saudita), potrebbe far pensare che si possa giungere a una tregua nel conflitto ucraino.

Kiev ha accettato la proposta statunitense di 30 giorni di sospensione delle attività belliche con la promessa (immediatamente mantenuta) di vedere ricominciare le forniture di armamenti statunitensi e il ripristino della condivisione dei dati di intelligence, ma tale accordo deve ancora essere valutato da Mosca, che al momento non ha ancora fatto sapere nulla in merito.

Ci si chiede quindi se la Russia accetterà la tregua come preambolo a una pace duratura, ed erroneamente si ritiene che si possa giungere a questo obiettivo finale. La realtà, però, appare ben diversa.

Innanzitutto bisogna precisare che una pace duratura, stante l'attuale situazione sul campo di battaglia, non è fattibile: sebbene l'esercito russo sia in posizioni di vantaggio, possiamo tranquillamente affermare che Mosca non abbia vinto, e parallelamente l'Ucraina non abbia perso. Ciò significa che entrambi i contendenti non sono nella posizione di giungere a un accordo di pace, senza considerare il fatto che non esiste una “pace giusta”, ma soltanto la pace raggiunta con la sconfitta sul campo di uno dei due avversari, che dovrà sottostare a condizioni più o meno vessanti (a seconda se sia una resa incondizionata o meno).

Il Cremlino, infatti, ha recentemente ribadito per voce del ministro degli Esteri Sergej Lavrov in un incontro coi blogger Mario Nawfal, Larry C. Johnson e Andrew Napolitano, che “per noi l’obiettivo importante non è un cessate il fuoco che permetta nuovamente all'Ucraina di riarmarsi contro il nostro Paese, ma una pace sostenibile a lungo termine basata sull'eliminazione delle cause profonde del conflitto” ma soprattutto ha detto chiaramente che vogliamo ancora altri territori ucraini, dove vivono etnie russe”. Uno dei punti fondamentali è proprio quest'ultimo: la Russia vuole ottenere il controllo sull'interezza degli oblast ucraini che ha occupato nel conflitto, sebbene alcuni di essi (ad esempio quello di Zaporizhzhia e quello di Kherson) siano solo parzialmente occupati. Kiev dovrebbe quindi cedere, senza possibilità di trattare, ulteriori territori che Mosca non ha fattualmente conquistato: qualcosa che comunque, nella storia, è già successo ma solo a Paesi che si sono arresi senza condizioni.

Il passaggio del possibile riarmo è invece indicativo di come il Cremlino voglia una Ucraina smilitarizzata, che è esattamente la stessa condizione che ha posto Mosca ancora prima dello scoppio del conflitto, quando a dicembre 2021 il presidente Putin ha avanzato le sue richieste di sicurezza che sono risultate semplicemente irricevibili per gli Stati Uniti e la Nato (arretramento dell'Alleanza alla condizione pre 1990, smilitarizzazione dei Paesi dell'est europeo, ritiro di missili Usa dall'Europa).

In buona sostanza, la narrazione del Cremlino non è cambiata in questi anni di guerra e nemmeno negli ultimi giorni.

Sempre nel solco di questa visione del nuovo assetto europeo ai suoi confini, Mosca vorrebbe la creazione di una zona cuscinetto all'interno dell'Ucraina in quelle regioni non conquistate situate a nord e a nord-est. Zone cuscinetto ancora una volta smilitarizzate e sottoposto a controllo (di chi?). Parlando di zone cuscinetto e di possibili forze di interposizione, la Russia ha ribadito ancora una volta che non vuole nessuna forza militare di nessun Paese occidentale (Ue e Nato) sul territorio ucraino perché sarebbero “motivo di scontro”, nemmeno sotto l'egida di enti internazionali come l'Onu.

Queste richieste, o per meglio dire queste posizioni, sono sempre state ribadite negli ultimi anni e sono da considerarsi pertanto inderogabili, e rappresentano una frattura insanabile a dispetto dei recenti sforzi statunitensi di giungere a una tregua.

La Casa Bianca sta trattando col Cremlino, ma la riapertura dei canali diplomatici serve solo alla Russia a prendere tempo per cercare di far crollare Kiev in quanto, per stessa ammissione della presidenza russa, una tregua non è possibile prima del 2026 e comunque si attenderebbe un nuovo eventuale cambio di amministrazione Usa per riprendere le ostilità qualora non ci fosse il riconoscimento ufficiale della propria sovranità su tutti i territori occupati.

Sembra inoltre che Mosca non prenda in considerazione nemmeno la possibilità di nuove elezioni in Ucraina per fermare la guerra, in quanto sostiene che “il regime di Kiev non si può cambiare dall'interno”. Qui il Cremlino sta affermando, ancora una volta, che è necessaria la fantomatica “denazificazione” dell'Ucraina, propagandata da ben prima dell'invasione, e ancora una volta pone l'accento sulla necessità di avere un'Ucraina disarmata, in quanto è stato ribadito che la possibilità di continuare ad armare Kiev dopo qualsiasi accordo di pace sia semplicemente “inaccettabile”.

Per ottenere questi risultati, per i quali è nato il conflitto e che sono oggettivamente gli obiettivi strategici (considerando però l'arretramento della Nato come fallito in quanto la guerra ha portato Svezia e Finlandia nell'Alleanza Atlantica), la Russia sta cercando con la propria propaganda di frammentare il fronte europeo, e con e la rinnovata attività diplomatica unita a misinformazione di porre una frattura tra Washington, Kiev e l'Ue. Non è un caso che proprio il ministro Lavrov abbia recentemente affermato pubblicamente che "negli ultimi 500 anni tutte le tragedie del mondo hanno avuto origine inEuropa", e gli Stati Uniti "non sono stati gli istigatori", né che il Cremlino abbia proposto al presidente Trump un accordo sulle Terre Rare, che guarda caso sono presenti anche (ma non solo) nei territori ucraini occupati dall'esercito russo.

Alla Russia comunque potrebbe fare comodo una

tregua, appunto per cercare di separare ulteriormente gli Stati Uniti dall'Europa e dall'Ucraina e per riorganizzare il proprio esercito, ma possiamo dire che non è affatto interessata alla pace stante queste condizioni.

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