Il volo a bassa quota e i 370 chilometri all'ora: così il drone di Hezbollah ha "bucato" lo scudo israeliano

Il gruppo libanese ha affermato di aver centrato il bersaglio con uno sciame di droni e di aver così dimostrato di essere in grado di colpire Israele

Il volo a bassa quota e i 370 chilometri all'ora: così il drone di Hezbollah ha "bucato" lo scudo israeliano
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Un drone di Hezbollah è riuscito a bucare le difese israeliane e a colpire una base militare situata nei pressi di Binyamina, nel distretto di Haifa, nella parte centro-settentrionale del Paese. Il bilancio parla di quattro soldati delle Idf uccisi e di quasi 60 feriti, sette dei quali in gravi condizioni. Il blitz è avvenuto a notte fonda. Il gruppo libanese ha affermato di aver centrato il bersaglio con uno sciame di droni e di aver così dimostrato di essere in grado di colpire Israele.

Cosa sappiamo della base di Israele colpita

Il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha spiegato che si sta indagando sull'attacco e che i droni non hanno fatto scattare alcuna sirena di allarme in Israele. "Indagheremo su come un drone possa violare lo spazio aereo senza preavviso e colpire una base", ha detto. "Siamo tenuti a fornire una protezione migliore", ha quindi sottolineato, aggiungendo che "investigheremo su questo incidente, impareremo da esso e miglioreremo".

Per quanto riguarda la base di Binyamina, questo sito era ed è in cima alla lista degli obiettivi di Hezbollah. Intanto per via della sua posizione geografica, situata vicino al confine con il Libano, e poi perché ospita sul suo suolo infrastrutture strategiche come caserme e porti. L'attacco, tra l’altro, è seguito alla notizia che gli Stati Uniti stanno inviando una batteria di difesa missilistica Terminal High Altitude Area Defense (Thaad) in Israele, presumibilmente insieme a circa 100 soldati statunitensi, così da rafforzare il coinvolgimento americano nella regione scivolata in uno stato di crisi.

La strategia di Hezobollah

Ci si chiede come sia riuscito Hezbollah a centrare la base israeliana. Come ha fatto notare Il Corriere della Sera, i droni del gruppo hanno utilizzato una rotta già impiegata e studiata: quella proveniente dal mare. Allo stesso tempo non è mancato un nutrito lancio di razzi per saturare il più possibile lo scudo israeliano. Le Idf hanno riferito che la contraerea ha distrutto un drone ma un altro, a bassa quota, è riuscito a colpire. A dimostrazione del fatto che non esiste una copertura al 100% infallibile contro questo tipo di minacce.

In una dichiarazione, Hezbollah ha descritto l'attacco di Binyamina come un'operazione "complessa", in cui decine di missili sono stati lanciati verso Nahariya e Acri a nord di Haifa "con l'obiettivo di tenere occupati i sistemi di difesa israeliani". Di pari passo sono stati lanciati "squadroni di vari droni, alcuni dei quali venivano utilizzati per la prima volta", che sono stati in grado di "superare i radar della difesa aerea israeliana senza essere rilevati" e hanno colpito il campo di addestramento a sud di Haifa.

In merito al drone, si parla di una variante del Mirsad 1. Lo Uav in questione è dotato di un raggio d’azione di 120 chilometri, una carica bellica di 40 chilogrammi e velocità di 370 chilometri orari.

Si tratta di un velivolo semplice, non eccessivamente veloce, ma potenzialmente letale. Il gruppo libanese avrebbe a disposizione più di 2mila droni, da usare sia per la ricognizione che l’attacco. Gran parte, se non tutto il materiale, sarebbe di provenienza iraniana.

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