Le Idf assestano un nuovo colpo colpendo al cuore Hezbollah. Giunge, dopo essere stata attesa per giorni, la conferma della morte di Hashem Safieddine, cugino e successore in pectore di Hassan Nasrallah. I legami familiari di Safieddine (suo fratello, Abdallah, è il rappresentante di Hezbollah a Teheran) e la sua somiglianza fisica con Nasrallah, nonché il suo status religioso di discendente di Maometto, ne avevano fatto una sorta di prescelto pronto a guidare il movimento filorianiano.
A darne conferma pubblica il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu: Safieddine era l'obiettivo del raid aereo su Beirut di giovedì scorso, nel quale sarebbe morto anche il terzo sulla lista, ovvero il sostituto di Safieddine. Tuttavia, il premier israeliano non ha specificato di chi si tratti. Netanyahu è apparso in un messaggio video in lingua inglese per il pubblico libanese, nel quale annuncia che Israele ha "degradato le capacità di Hezbollah; abbiamo eliminato migliaia di terroristi, tra cui lo stesso [il leader di lunga data di Hezbollah Hassan] Nasrallah, il sostituto di Nasrallah e il sostituto del suo sostituto", rendendo Hezbollah più debole di quanto non lo sia stato per molti molti anni. Il video ha come fine quello di spingere l'opinione pubblica a liberare il Paese dalla morsa dell'organizzazione filoisraeliana. "Ora voi, popolo libanese, vi trovate a un bivio significativo. E' una vostra scelta", ha intimato, passando simbolicamente la palla ai libanesi.
Le Idf hanno poi dichiarato che Suhail Hussein Husseini, capo del quartier generale logistico di Hezbollah e membro del Consiglio della Jihad, il massimo organo militare del gruppo terroristico, è stato ucciso in un attacco aereo israeliano su Beirut ieri. Husseini sarebbe stato, dunque, il target dell'attacco "mirato" avendo svolto un ruolo cruciale nei trasferimenti di armi tra l'Iran e Hezbollah ed essendo responsabile della distribuzione di armamenti avanzati tra le unità dei proxy dell'Iran, supervisionando sia il trasporto che l'assegnazione di questi equipaggiamenti.
Questi annunci arrivano mentre Tel Aviv cerca di espandere la sua offensiva terrestre attraverso il Libano meridionale fino alla costa del Mediterraneo, inviando una quarta divisione oltre confine. Queste mosse sono state intraprese mentre l'esercito continua a colpire decine di postazioni di Hezbollah che prosegue nel lancio di salve di razzi e missili contro Israele. Proprio oggi le Idf hanno dichiarato che una quarta divisione, la 146ª Divisione di riserva, si è spostata nel sud del Libano nella tarda serata di lunedì, nell'ambito delle operazioni di terra contro il gruppo terroristico, estendendo la campagna al settore occidentale del Libano meridionale. La divisione di riserva si unisce alle tre divisioni dell'esercito permanente (98ª, 36ª e 91ª) già operative nei settori centrale e orientale del Paese dei cedri.
Le forze israeliane hanno dapprima imposto l'evacuazione di decine di città e villaggi dell’area, compresa la località costiera di Naqoura, dove hanno sede i peacekeeper delle Nazioni Unite. Proprio la situazione della missione Unifil, che comprende numerosi militari italiani, è stata al centro di un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e il collega israeliano, Israel Katz.
Il titolare della Farnesina ha ribadito la “richiesta italiana di assicurare massima tutela al contingente Unifil”, ottenendo rassicurazioni “al riguardo”. Parole arrivate mentre fotografie satellitari citate da Al Jazeera mostravano una quarantina di veicoli militari dell’Idf vicino alla base Unifil di Maroun al-Ras.
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